La Sezione S. Tommaso d’Aquino della Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale, a conclusione dei 150 anni dall’Unità d’Italia, ha appena pubblicato l’ultimo volume di Campania Sacra, la sua rivista di storia sociale e religiosa, che è dedicato a Chiesa e Risorgimento nel Mezzogiorno.
Il ponderoso volume, articolato in una ventina di saggi per oltre ottocento pagine, è stato curato da Ugo Dovere, che ha coordinato il lavoro dei vari autori, noti ricercatori delle principali università italiane, e ha curato anche l’interessante corredo iconografico, fatto di foto inedite o non comuni e di incisioni ricavate da rare testate inglesi di metà Ottocento.
Nel XIX secolo non esistevano, come li si conoscono oggi, i “cattolici” quali soggetti organizzati della vita pubblica. Esisteva, infatti, la Chiesa cattolica, che nella Penisola aveva un ruolo decisivo grazie al suo Stato territoriale; vi erano, poi, tanti vescovi, preti e religiosi diffusi dovunque, caratterizzati in maniera diversa tra loro; si conosceva, infine, il magistero della Chiesa, affidato agli interventi ufficiali dei papi e della Curia romana. Ma il vissuto religioso dei fedeli era una nebulosa vasta e confusa, fatta di devozioni e superstizioni, normalmente sfuggenti anche ai più analitici questionari delle migliori visite pastorali.
Gli studi proposti in questo volume rappresentano solo uno scandaglio per campione: sono stati esplorati fondi archivistici particolari e personaggi fatti emergere dalle seconde file per documentare una mentalità diffusa e uno stile comune nel Mezzogiorno ecclesiastico del XIX secolo. Mentre, infatti, nasceva lo Stato italiano, si formava anche una Chiesa italiana. E l’apporto del cattolicesimo meridionale a questa dinamica storico-politica è tra i frutti più maturi del modo in cui nelle diocesi delle ex province borboniche è stato metabolizzato il Risorgimento italiano.