A poche ore dal passaggio dei poteri in Iraq, Amnesty International chiede a tutte le parti coinvolte di prendere una posizione netta sul rispetto del diritto internazionale, e invoca chiarezza sul destino di migliaia di prigionieri.
“È fondamentale che si sappia a chi è affidata la responsabilità, sul piano giuridico, di coloro che resteranno in stato di detenzione –sostiene l’organizzazione umanitaria nell’ultimo rapporto dall’Iraq- anche alla luce dello scandaloso trattamento cui sono stati sottoposti i prigionieri di Abu Ghraib e del mancato rispetto, da parte delle forze angloamericane, degli obblighi stabiliti dalle Convenzioni di Ginevra sulla protezione da tortura e maltrattamenti dei prigionieri e delle persone arrestate. Il Governo transitorio dell’Iraq, la Forza multinazionale e le altre parti coinvolte devono assicurare il rispetto del diritto internazionale dei diritti umani e del diritto umanitario e mostrare che le violazioni dei diritti umani non saranno tollerate, a prescindere dai responsabili”.
Amnesty International non ha ancora ricevuto risposta alla lettera aperta inviata il 9 giugno al rappresentante permanente degli Usa alle Nazioni Unite, John Negroponte(nominato ora ambasciatore in Iraq), nella quale l’associazione si era dichiarata fortemente preoccupata per il fatto che la risoluzione 1546 non avesse chiarito cosa sarebbe accaduto alle migliaia di persone detenute dalle forze occupanti.