Vito Simonetti, 74 anni, residente a Gioia del Colle in provincia di Bari, a novembre 2022 è stato in pellegrinaggio con la moglie Maria a San Giovanni Rotondo. Invogliato dai frati del convento incontrati in sacrestia, Vito, ha raccontato via email la sua storia ricca di ricordi sempre vivi nella sua memoria.
A Gioia del Colle, tra la fine degli anni ’50 e inizio anni ’60, la signora Margherita Capodiferro, amica della mamma e figlia spirituale di Padre Pio, organizzava pellegrinaggi a San Giovanni Rotondo. Con l’autobus, si partiva in tarda serata e per giungere nella cittadina garganica il mattino seguente giusto in tempo per partecipare alla santa Messa che Padre Pio celebrava sul piazzale antistante l’antica chiesetta. Vito racconta che “il piazzale era gremito e si attendeva Padre Pio nel massimo silenzio, mentre alcuni frati preparavano su di un piccolo palco l’altare, sistemando il Crocifisso e tutto ciò che occorreva per la celebrazione”.
Padre Pio cominciò a celebrare all’aperto, il 6 giugno 1954, per la prima volta, sul piazzale antistante la chiesa.
In un altro pellegrinaggio Vito ricorda che al mattino presto “dietro il grande portone principale del santuario di S. Maria delle Grazie c’erano tanti fedeli che aspettavano. Una volta aperto il portone, tutti si affrettavano a prendere i posti laterali all’altare; mia madre – spiega – mi diceva che stare ai lati era una posizione favorevole per poter vedere le mani di Padre Pio. Difatti durante la Messa Padre Pio toglieva i mezzi guanti. Al termine della celebrazione, solo gli uomini venivano ammessi in sacrestia. Qui Padre Pio, aiutato dai confratelli, si toglieva, con molta devozione, i paramenti liturgici e si sedeva in raccoglimento, al posto esattamente dove è indicato dalla targhetta. Tutti gli uomini erano rivolti verso Padre Pio. Mio padre mi teneva per mano ed eravamo tutti in attesa che Padre Pio terminasse il suo ringraziamento. Quando Padre Pio si alzava, sempre con i confratelli accanto, si avviava pian piano verso l’uscita della sacrestia. In questo piccolo tragitto, ognuno cercava di avvicinarlo per il saluto. In quella occasione Padre Pio mi pose la sua mano sul capo e con voce flebile mi disse (nel suo dialetto beneventano) “Guagliò“
Un altro ricordo di Vito è legato alla morte di Padre Pio. Era la mattina del 23 settembre 1968, e come ogni mattina Vito con il treno raggiungeva Bari, perché frequentava I’Istituto Tecnico “Panetti”. Appena uscito dalla stazione si accorse che il chiosco adibito alla vendita dei quotidiani aveva la Gazzetta del Mezzogiorno che riportava, in prima pagina, a caratteri cubitali “Padre Pio è morto”: “Fu un colpo al cuore – scrive – non posso descrivere ciò che ho provato. E cosi Padre Pio è entrato nella mia vita”.
“In tutti questi anni – racconta nella sua email Vito Simonetti – chiedendo la sua intercessione (per la famiglia, i miei cari, la salute, la grazia dell’anima) Padre Pio mi è stato sempre accanto. Ho fatto conoscere ai miei figli i luoghi dove ha vissuto Padre Pio e fino a quando il Signore ci darà la forza è nostra intenzione venire a trovare sempre Padre Pio”.
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