I lavoratori immigrati hanno un indice di rischio infortuni due volte e mezzo superiore a quello degli italiani.
E’ il dato saliente del rapporto Immigrati e rischio infortunistico in Italia, presentato oggi a Roma a cura dell’Istituto Italiano di Medicina Sociale e di Caritas Italiana.
“Le imprese italiane hanno bisogno dei lavoratori immigrati –ha affermato nel corso del programma Oggi per voi uno dei curatori della ricerca, Franco Pittau- ma per gli extracomunitari vi sono solo posti di lavoro a maggior rischio di incidenti. Paragoniamo i dati ufficiali, relativi al 2001. Su 600mila lavoratori, 60mila incidenti: per gli immigrati il rapporto è di 1 a 10. Per gli italiani, invece, è di 1 a 25.
Analizzando più da vicino, scopriamo anche che a rischiare di più sono gli immigrati di nazionalità marocchina, e che i settori più pericolosi sono l’edilizia e la trasformazione dei metalli. La distribuzione geografica è su tutto il territorio nazionale, anche se nelle regioni meridionali risultano dati più confortanti che al Nord. Ma questo non deriva da migliori condizioni di sicurezza per gli immigrati, bensì dalla maggior diffusione di lavoro nero”
Intanto, una recente ricerca ha confermato il carattere strutturale, non contingente, della richiesta di lavoratori immigrati da parte del sistema economico italiano: il 20,9 per cento della domanda di lavoro delle imprese italiane è rivolta ad extracomunitari.