Emanuel e Alphonse. Sono i nomi di due ragazzi, entrambi cristiani, di 17 anni, giunti in Italia senza accompagnatori con i barconi che hanno sfidato il mare agitato e che, questa sera, hanno impersonato due dei 12 Apostoli nella lavanda dei piedi che ha caratterizzato la Messa in Cœna Domini delle ore 18 nel santuario di Santa Maria delle Grazie in San Giovanni Rotondo.
Emanuel, nato in Nigeria, è sbarcato a La Spezia il 30 gennaio di quest’anno, mentre Alphonse è approdato il 10 marzo scorso a Lampedusa ed è arrivato ieri a San Giovanni Rotondo, dopo una breve sosta a Taranto. In chiesa, tra i fedeli, c’erano anche altri quattro adolescenti, originari del Benin e musulmani, anche loro sbarcati a La Spezia il 30 gennaio. Sono tutti ospiti del Centro di accoglienza speciale per minori non accompagnati “Hotel D’Addetta” di San Giovanni Rotondo.
Fr. Carlo Laborde, guardiano del Convento dei Frati Minori Cappuccini, che ha presieduto la Celebrazione, ha lavato i piedi anche a: Matteo Pio Placentino, direttore e psicologo del Centro di accoglienza; Antonio Ritrovato, medico della Direzione Sanitaria di Casa Sollievo della Sofferenza; Paolo D’Errico, infermiere e coordinatore della sala operatoria dell’Ortopedia dello stesso ospedale; Giovanni Palladino, operatore socio sanitario nel medesimo reparto; Francesco Melchionda, che si occupa del controllo di gestione nell’amministrazione della clinica fondata da Padre Pio; Kemuel Cocomazzi, Francesco Ricciardi e Giovanni Di Gioia, della locale fraternità della Gioventù Francescana; Matteo Pio Melchionda, del Servizio liturgico del Santuario, e un giovane in rappresentanza dell’assemblea dei fedeli che hanno partecipato alla Messa in Cœna Domini.
Nella sua omelia, fr. Carlo ha definito entrambi gli eventi commemorati durante la Celebrazione, l’istituzione dell’Eucaristia e la lavanda dei piedi, «segno dell’amore e della donazione di Gesù», ma anche dell’«eloquenza dell’esempio» che è stato «lo stile preferito» con cui il Maestro ha insegnato ai suoi discepoli. Egli, infatti, con la lavanda dei piedi e perpetuando la sua presenza sacramentale, ha manifestato come tutta la sua vita sia stata «impregnata di amore per Dio e per gli uomini» ed è divenuto «amico e servitore di tutti, specialmente degli ultimi e degli emarginati».
Nel ricordare che, nell’Ultima Cena, Gesù ha istituito, insieme all’Eucaristia, anche il sacerdozio ministeriale, il Guardiano del Convento ha fatto riferimento all’emblematica figura sacerdotale di san Pio da Pietrelcina, auspicando che «l’esemplarità della sua vita e del suo ministero siano sprone per tutti i presbiteri», soprattutto nel comprendere «che l’impegno apostolico deve nascere dall’incontro con Cristo nella preghiera», e che possa «suscitare nuove vocazioni», di cui l’umanità ha sempre più bisogno.
Al termine della Messa in Cœna Domini, fr. Carlo, accompagnato da tutti i concelebranti, ha portato processionalmente Gesù eucaristico nella chiesetta antica di Santa Maria delle Grazie e lo ha collocato nell’altare della reposizione, dove si è svolto un breve momento di adorazione, prima di consentire l’accesso a tutti i fedeli.