E’ il tema della fratellanza a muovere la riflessione di papa Francesco, dettata nel corso dell’udienza generale odierna, nel giorno in cui la Chiesa inaugura il tempo di preghiera e di penitenza in preparazione alla Pasqua, la Quaresima. Dopo aver affrontato il tema della paternità e della maternità questa volta Francesco si concentra su uno degli aspetti che fondano non solo la famiglia ma anche la società civile e la Chiesa stessa.
Per il cristianesimo, infatti, “la fratellanza è bella” ed è intesa “ben oltre i legami di parentela”: “Non si può rompere la fratellanza. Pensiamo un po’, tutti conosciamo famiglie che hanno i fratelli divisi, che hanno litigato, pensiamo un po’ e chiediamo al Signore per queste famiglie – forse nella nostra famiglia ci sono alcuni casi – perché il Signore ci aiuti a riunire i fratelli, ricostituire la famiglia”. "Il legame di fraternità che si forma in famiglia tra i figli" ha detto il Papa "se avviene in un clima di educazione all’apertura agli altri, è la grande scuola di libertà e di pace. In famiglia, fra i fratelli si impara la convivenza umana, come si deve convivere in società. Forse non sempre ne siamo consapevoli, ma è proprio la famiglia che introduce la fraternità nel mondo!”
Per questo, ha concluso il Papa “I più piccoli, i più deboli, i più poveri debbono intenerirci: hanno ‘diritto’ di prenderci l’anima e il cuore. Sì, essi sono nostri fratelli e come tali dobbiamo amarli e trattarli. Quando questo accade, quando i poveri sono come di casa, la nostra stessa fraternità cristiana riprende vita. I cristiani, infatti, vanno incontro ai poveri e deboli non per obbedire ad un programma ideologico, ma perché la parola e l’esempio del Signore ci dicono che sono nostri tutti siamo fratelli”.