Il cuore di Gesù ed il cuore di Padre Pio si fusero
L’amore che Padre Pio da Pietrelcina nutriva verso il Cuore Sacratissimo di Gesù era immenso. Il cuore di Padre Pio, palpitò sempre all’unisono con quello di Gesù fino a “fondersi” con il medesimo.
Fu proprio il giovane frate cappuccino a descrivere questo fenomeno mistico il 18 aprile 1912.
Fr. Pio si trovava nella sua Pietrelcina e raccontò al suo confessore padre Agostino da San Marco in Lamis che: “finita la messa, mi trattenni con Gesù per il rendimento di grazie. Oh quanto fu soave il colloquio tenuto col Paradiso in questa mattina! Fu tale che pur volendo dire tutto non lo potrei; vi furono cose che non possono tradursi in un linguaggio umano, senza perdere il loro senso profondo e celeste.
Il cuore di Gesù ed il mio, permettetemi l’espressione, si fusero. Non erano più due cuori che battevano, ma uno solo.
Il mio cuore era scomparso, come una goccia d’acqua che si smarrisce in un mare. Gesù ne era il Paradiso, il Re. La gioia in me era sì intensa e sì profonda, che non potei contenere; le lacrime più deliziose mi inondarono il volto”. (Epistolario I, 273)
Nei momenti in cui la sofferenza si faceva in lui più acuta, Padre Pio gustava indescrivibili dolcezze che avevano, come unica fonte, il cuore sacratissimo di Gesù.
A Padre Benedetto da San Marco il Lamis, in proposito, scriveva: “Gesù non lascia di tratto in tratto di raddolcire le mie sofferenze in altro modo, cioè col parlarmi al Cuore. Oh sì, padre mio, quanto è buono Gesù con me! Oh che preziosi momenti sono questi, e una felicità che non so a che paragonarla; è una felicità che quasi solo nelle affezioni il Signore mi dà a gustare.
In questi momenti, più che mai, nel mondo tutto mi annoia e mi pesa, niente desidero, fuorchè amare e soffrire. Sì, padre mio, anche in mezzo a tante sofferenze, sono felice perché sembra di sentire il mio cuore palpitare con quello di Gesù” (Epistolario I, 197)
Il 23 agosto 1912, era venerdì, il giovane sacerdote cappuccino era in chiesa per il ringraziamento alla Santa messa. Qui Padre Pio si sentì “ferire il cuore da un dardo di fuoco sì vivo e ardente”, che credette di dover morire.
Comunicando il fenomeno, a padre Agostino scrisse: “mi mancano le parole adatte per far comprendervi l’intensità di questa fiamma: sono affatto impotente a potermi esprimere. Ci credete? L’anima, vittima di questa consolazione diventa muta. Mi sembrava che una forza invisibile m’immergesse tutto quanto il fuoco… Dio mio che fuoco! Quale dolcezza”. (Epistolario I, 641)