Continuando le catechesi sugli anziani e sulla loro vocazione nella Chiesa e nella società civile, papa Francesco ha parlato alla prima persona plurale, usando il "noi", definendosi egli stesso "nell’età dei nonni". Al contrario degli uomini, ha detto il Papa, “Il Signore non ci scarta mai. Lui ci chiama a seguirlo in ogni età della vita, e anche l’anzianità contiene una grazia e una missione, una vera vocazione del Signore. L’anzianità è una vocazione".
"La preghiera degli anziani e dei nonni è un dono per la Chiesa, è una ricchezza! Una grande iniezione di saggezza anche per l’intera società umana: soprattutto per quella che è troppo indaffarata, troppo presa, troppo distratta. Un esempio illuminante, in tal senso, viene da Benedetto XVI, che Francesco non ha mancato di elogiare per il gesto coraggioso della rinuncia al pontificato, così da "passare nella preghiera e nell’ascolto di Dio l’ultimo tratto della sua vita".
Gli anziani, quindi, devono offrire ai giovani una testimonianza preziosa: la fedeltà. "Possiamo", ha ricordato Francesco, "intercedere per le attese delle nuove generazioni e dare dignità alla memoria e ai sacrifici di quelle passate. Noi possiamo ricordare ai giovani ambiziosi che una vita senza amore è una vita arida. Possiamo dire ai giovani paurosi che l’angoscia del futuro può essere vinta. Possiamo insegnare ai giovani troppo innamorati di sé stessi che c’è più gioia nel dare che nel ricevere".
Il Papa ha concluso la sua catechesi con un auspicio: "Come vorrei una Chiesa che sfida la cultura dello scarto con la gioia traboccante di un nuovo abbraccio tra i giovani e gli anziani"