Fra Modestino Fucci: 94 anni di esistenza terrena di cui 65 vissuti nell’ordine dei frati minori cappuccini.
Fra Modestino Fucci è nato nella terra di Padre Pio da Pietrelcina, il 19 aprile del 1911. Vissuto in un ambiente contadino, dall’esperienza del duro lavoro manuale, attraverso la preghiera costante e l’ammirazione per il suo illustre compaesano, ha passato la sua vita svolgendo per molti anni le mansioni più umili da fratello laico.
E’ stato portinaio, questuante, cuciniere. E’ stato un modello di autentico frate minore cappuccino; egli è stato sempre “colui che serve”
Di fondamentale importanza nella sua vita, è stata la figura di San Pio. Damiano Fucci (fra Modestino) veniva a San Giovanni Rotondo per fare visita al Santo compaesano intrattenendo con lui colloqui spirituali. Lui stesso ha raccontato il suo primo incontro risalente al 1940 in occasione della chiamata alle armi: “era il 20 novembre e, prima dell’arruolamento, con mia madre decidemmo di andare a San Giovanni Rotondo per chiedere la sua benedizione e raccomandarmi le sue preghiere. Passammo la notte in una pensione attigua al convento e l’indomani, ansiosi di ascoltare la sua messa, fummo i primi a giungere in chiesa. Occupammo una buona posizione rispetto all’altare e appena vidi il padre, ebbi subito l’impressione che dinanzi a me passasse un altro Cristo sulla via del calvario, carico della Croce“.
Dopo la messa, la confessione. Mia madre giunta vicino al confessionale, disse con tanta disinvoltura: “padre mio, quanto t’hanno trasferito a luongo (lontano), per venirti a trovare ce ne vuole di tempo” e Padre Pio sorridendo ripose: “Eh, mica devi passare lu mare!”.
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Incoraggiato da quello scambio di battute confidenziali, attesi il mio turno, quindi mi inginocchiai alla sua presenza per confessarmi. Dopo l’accusa di peccati, il padre mi fulminò, con uno sguardo che non dimenticherò mai e con un “Ehi, uagliò, camminiamo diritto”. Poi mi diede l’assoluzione. In quelle parole, più che un ammonimento c’era tutto un programma di vita che da quel giorno riuscii sempre più chiaramente a comprendere. il Padre mi aveva conquistato ma soprattutto aveva conquistato il mio cuore.
Ma l’importanza del santo nella sua vita lo si vede soprattutto dopo la morte cappuccino stigmatizzato. Fra Modestino, memore di una promessa di perenne assistenza fattagli da Padre Pio è stato chiamato ad amministrare l’eredità di una piccola parte della missione affidata da Dio al suo padre spirituale. Così sulle orme del santo, il compaesano e discepolo si è sforzato di camminare come meglio ha potuto, offrendo la sua persona per aiutare le anime a riconciliarsi con Dio e con i fratelli. Credeva che la sua vita era un’offerta per i peccatori e in ogni circostanza aiutava quelli che incontrava nel suo cammino a varcare la soglia del confessionale per chiedere perdono a Dio.
La preghiera era per lui il pane quotidiano. Il suo stare seduto davanti al tabernacolo per ore era era segno visibile di una familiarità con Dio, che si esprimeva anche nella postura che assumeva, appoggiando le sue stanche gambe su un’altra sedia, di fronte a quella su cui era seduto, in un atteggiamento di relax e di distensione, che ci si può permettere solo quando si è davanti ad un parente o un amico intimo.
Fra Modestino, un religioso semplice e autentico, ritenuto di santa vita, è morto alla vigilia della solennità de’Assunzione della Beata Vergine Maria il 14 agosto del 2011 a San Giovanni Rotondo. Alla sua morte ha chiesto di essere sepolto nella sua terra di origine, Pietrelcina.
Da allora la Sala della Riconciliazione del convento dei Frati Cappuccini, adiacente la chiesa della “Sacra Famiglia” ospita le spoglie mortali di questo umile cappuccino esempio di semplicità orante e di generosa carità.
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