«Si gioca pregando e si prega giocando». Questa è la sintesi perfetta del “Treno della gioia”, il pellegrinaggio UNITALSI, organizzato dalla Sezione Romana – Laziale, che ogni anno accompagna i suoi bambini “speciali” e le loro famiglie a Loreto per cinque giorni – dal 26 al 30 giugno – da vivere all’insegna del gioco, della gioia, della preghiera e soprattutto della condivisione.
“40 anni di amore convertono i cuori" è il tema scelto per il pellegrinaggio a Loreto che quest’anno spegnerà le sue prime 40 candeline e a festeggiare ci saranno i veri protagonisti della “gioia”: 180 bambini provenienti da tutte le province del Lazio, molti di loro sono ospiti delle case famiglia e di accoglienza e pazienti dei reparti di oncologia pediatrica degli ospedali laziali.
«Loreto è nel cuore di tutti gli unitalsiani – ha detto Preziosa Terrinoni, presidente UNITALSI della sezione Romana-Laziale. Questo pellegrinaggio dedicato ai bambini assume un valore particolare perché molti di loro arrivano da situazioni difficili e volte di sofferenza. Nonostante questo saranno protagonisti in positivo di una tre giorni dedicata alla speranza e alla solidarietà».
Gioia, condivisione, musica, divertimento, preghiera e spiritualità nella città che custodisce secondo un’antica tradizione, oggi documentata da ricerche storiche e archeologiche, la casa della Madonna a Nazareth.
Domani alle 18.00 ci sarà la processione eucaristica, la serata di sabato sarà dedicata alla grande parata dei personaggi della fiaba “La bella e la Bestia”, alla festa e ad uno spettacolo musicale.
Il pellegrinaggio si concluderà domenica con la celebrazione Eucaristica, la suggestiva processione mariana per le vie della città e lo spettacolo delle fontane danzanti.
«La città di Loreto – ha dichiarato il sindaco di Loreto, Paolo Nicoletti – esprime il suo più sentito compiacimento per questo grande evento volto a celebrare un anniversario davvero importante. Il pellegrinaggio dei bambini, promosso dalla Sezione Romana – Laziale dell’UNITALSI, rappresenta infatti una preziosa caratteristica identitaria del santuario e della nostra città».
Un grazie particolare lo meritano i tanti giovani e volontari dell’Unitalsi che con spirito di abnegazione, entusiasmo e disponibilità di anno in anno organizzano l’evento. Con gli occhi da grandi cercando di cogliere tutto ciò che un bambino riesce a vedere più chiaramente di un adulto, perché non si tratta solo di un pellegrinaggio con i bambini ma di bambini e per questo va vissuto insieme a loro.