«Perché nostro figlio?». Sembrerebbe una di quelle domande senza risposte razionalmente accettabili. Eppure Andreana Bassanetti, (nella foto con Giovanni Paolo II) psicologa e fondatrice dell’Associazione “Figli in Cielo, ha imparato che alla luce della fede anche il peggiore degli eventi, come il lutto, può diventare occasione provvidenziale. «È un cammino difficilissimo – ha dichiarato la dott.ssa Bassanetti ai microfoni di Tele Radio Padre Pio – come solo può immaginare chi ha vissuto la morte di un proprio figlio. Eppure il nostro compito è quello di far capire e anche di fare accettare che la perdita un ragazzo in giovane età non è una disgrazia ma una grazia, non è una punizione ma un’elezione, che il figlio è più vivo che mai nella prospettiva della fede e nel cuore dei genitori». A tutt’oggi, l’Associazione è stata contattata da più di 10.000 famiglie ed è attiva in circa 100 diocesi in Italia, in Spagna, in diversi paesi dell’America Latina e Centrale, negli Stati Uniti, in Inghilterra ed in Nuova Zelanda. L’associazione, che si pone come una “Scuola di fede e di preghiera”, sottolinea la dott.ssa Bassanetti, avvia le famiglie alla Lectio Divina perché siano aiutate a far risuonare la Parola nella propria vita : “ Noi insegniamo a questi genitori che il dolore non si supera solo sublimandolo, ma aprendosi a quello del fratello. Occorre allargare lo sguardo e accogliere la sofferenza dell’altro. Spesso la tentazione di idolatrare il proprio figlio morto è grandissima, ma non ci aiuta a inquadrare la situazione in maniera corretta. È necessario invece essere capaci di ridimensionare la propria pena per aderire all’itinerario che Gesù stesso ci ha insegnato, ossia prendere la propria croce e seguirlo, obbedienti alla volontà del Padre”.
Per info: www.figlincielo.it