Il 20 giugno è la Giornata Mondiale del Rifugiato, istituita dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 4 dicembre 2000. Quest’anno, il focus della Giornata sarà la solidarietà con e l’inclusione delle persone rifugiate. Come riportato sul sito dell’UNHCR (l’Agenzia dell’ONU che si occupa dei rifugiati), “solidarietà è tenere le porte aperte, celebrare la loro forza e i loro successi e riflettere sulle sfide che devono affrontare, quando sono costretti a scappare dalle proprie case e lasciarsi indietro tutto. Solidarietà con le persone costrette a fuggire significa anche ricercare soluzioni alla loro condizione: porre fine ai conflitti in modo che possano fare ritorno alle loro case in sicurezza, garantire loro opportunità di prosperare nelle comunità che li hanno accolti e fornire ai Paesi le risorse necessarie per includere e sostenere i rifugiati”.
La Comunità di Sant’Egidio, insieme ad altre associazioni impegnate nell’accoglienza e nell’integrazione dei rifugiati, invita la cittadinanza a partecipare alla veglia “Morire di Speranza”. L’evento si terrà oggi, mercoledì 19 giugno alle ore 18:30, a Roma nella basilica di Santa Maria in Trastevere e nella piazza antistante.
La veglia, organizzata con la collaborazione di Associazione Centro Astalli, Caritas Italiana, Fondazione Migrantes, Federazione Chiese Evangeliche in Italia, Scalabrini Migration International Network, ACLI, Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII e ACSE, sarà un momento di riflessione e commemorazione per le 66mila persone morte nell’ultimo trentennio nel mar Mediterraneo e lungo le altre rotte che i migranti percorrono verso l’Europa, in cerca di una vita migliore.
L’anno appena trascorso è stato particolarmente intenso e spesso drammatico per il fenomeno dei migranti. Secondo i dati raccolti, sono circa 800 le persone che hanno perso la vita nel tentativo di raggiungere l’Europa dall’inizio dell’anno, con tragedie ancora vivide come quelle avvenute a largo di Roccella Jonica e Lampedusa. La media, spaventosa, si aggira sui 5 morti al giorno, un costo in vite umane elevatissimo che chiede senza ulteriori ritardi o temporeggiamenti un intervento deciso da parte della comunità europea.
Durante la veglia, che sarà presieduta dal cardinale Matteo Zuppi, Presidente della Conferenza Episcopale Italiana, saranno ricordati alcuni dei nomi delle tante vittime e verranno accesi dei ceri in loro memoria. La cerimonia si propone di sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni europee sulla necessità di ripristinare e rendere più sicure le missioni di salvataggio in mare e di aprire vie legali per i migranti, seguendo l’esempio dei tanti corridoi umanitari già esistenti ed operativi.
Numerosi immigrati di diversa origine, alcuni dei quali arrivati in Italia proprio attraverso quei corridoi umanitari, parteciperanno all’evento, insieme ai familiari e agli amici di chi ha perso la vita durante il viaggio verso l’Europa. Un maxischermo appositamente preparato per l’occasione permetterà a tutti i presenti, sia all’interno della basilica che in piazza, di seguire la cerimonia e condividere questo momento di dolore e speranza.
La veglia “Morire di Speranza” non deve essere solo un momento di commemorazione, ma anche un forte appello alla coscienza collettiva e alle istituzioni, sia nazionali che europee affinché adottino misure concrete per prevenire ulteriori perdite di vite umane.
In conclusione, la veglia “Morire di Speranza” rappresenta un’occasione per riflettere sulla tragica realtà delle migrazioni forzate e per riaffermare l’importanza della solidarietà e dell’accoglienza. L’urgenza di ripristinare missioni di salvataggio in mare e di creare percorsi sicuri e legali per i rifugiati. Un momento per ricordare chi non ce l’ha fatta e per rinnovare l’impegno verso una società più giusta e umana.