Bastano 12 euro per salvare i bimbi malati del Congo. Una cifra necessaria a finanziare trasfusioni di sangue ed esami che scongiurino il contagio di epatite e soprattutto da Aids e dalla malaria, la principale causa di mortalità infantile in Africa. Nella rubrica dedicata al mondo del volontariato e della solidarietà internazionale abbiamo ospitato, sulle frequenze di Radio Padre Pio,il dott. Edoardo Manzoni, Direttore dell’Istituto Palazzolo di Bergamo il quale ci ha spiegato in che cosa consiste il progetto “Gocce di vita”.
– Dott. Manzoni come nasce il progetto “Gocce di vita”?
Nasce da un grande impegno delle Suore delle Poverelle di Bergamo, fondate da Luigi Palazzolo, presenti nella Repubblica Democratica del Congo da 50 anni, uno dei più grandi Stati dell’Africa ed è un paese in grandissima difficoltà.
Si tratta di un paese che negli ultimi dieci anni ha visto decadere ogni speranza perché ha alle spalle tre guerre e ancora oggi fa fatica a trovare la sua strada. In questo grande caos politico e sociale le suore hanno nella capitale, a Kinshasa, in un quartiere periferico un grande ospedale. Tale ospedale è stato strutturato con un reparto dedicato alla maternità dove nascono circa 25 bambini al giorno; un centro per i malnutriti; un centro trasfusionale per far fronte al problema più grande di tutto il Congo: la malaria. Purtroppo questa grande piaga colpisce tutti, ma quando colpisce gli adulti si riesce a superare la crisi, quando colpisce invece i bambini e bambini di pochi mesi, la malaria rompe i globuli rossi del sangue e purtroppo i bimbi muiono”.
– Bastano 12 euro per riaccendere una luce di speranza. Una cifra insignificante per noi che viviamo nel benessere.
E che invece per un padre congolese rappresenta forse un terzo dello stipendio che prende in un mese. Quando una famiglia ha molti bambini non si può permettere di pagare una trasfusione.
Cosa vuol dire pagare una trasfusione? Non significa pagare il sangue, perché il sangue viene tolto ai genitori. Significa pagare le analisi di laboratorio e la sacca del sangue perché lo stato del Congo non garantisce nulla. In Congo i costi della trasfusione sono a carico di chi ne beneficia. Con 12 euro possiamo garantire la sacca e i principali esami di laboratorio. E’ importante ricordare anche che in quella zona del Congo il nostro è l’unico Ospedale che effettua delle analisi sul sangue. Con un piccolo aiuto si riesce a garantire concretamente la vita a un bambino perché il sangue controllato, da eventuali contagi di epatite o Aids, dona un briciolo di speranza.
– In questo modo state cercando di creare anche una banca del sangue che possa esaudire le tante richieste in lista d’attesa?
Purtroppo le richieste sono tantissime e moltissime arrivano da quelle famiglie che non possiedono nulla. A noi interessa soprattutto raggiungere queste famiglie. Chi visita l’Ospedale non può restare indifferente davanti a questi innumerevoli bambini che arrivano in Ospedale “boccheggiando” poiché i globuli rossi si sono rotti e non hanno più sangue a sufficienza abbracciati dalla disperazione delle proprie mamme. Come si fa a rifiutare questi bambini? Le suore e i laici che lavorano in questo Ospedale si affidano alla provvidenza.
Ne approfitto per lanciare un appello a tutti i radio ascoltatori. Prego tutti di essere provvidenza di Dio per questi bambini. Vi assicuriamo che quanto stiamo facendo va realmente a beneficio di questi bambini. Vi chiedo un piccolo contributo perché con 12 euro possiamo realmente salvare la vita di un bambino e dagli speranza. Credo che questo sia la realizzazione massima del Regno per ogni cristiano.
Per info.
Tel. 035/389274