La resurrezione di Cristo è stata il fulcro della riflessione dei concelebranti nella veglia ecumenica celebrata a metà della settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, il 21 gennaio, nel Santuario di Santa Maria delle Grazie. Veglia guidata da mons. Michele Castoro, arcivescovo di Manfredonia-Vieste-San Giovanni Rotondo. “La resurrezione non è solo una richiesta, solo un sogno, non un’utopia ma una realtà concreta, realtà che ha una persona e un nome concreto: Gesù Cristo”, queste le parole dell’archimandrita Evangelos Yfantidis. I cristiani non possono non testimoniare la fede in Cristo Risorto in quest’Europa, primo continente ad accogliere questo messaggio e ora incapace di accettare il suo “profeta” Gesù Cristo. Il Risorto dona la fede che ci permette di avvicinarci a Dio nostro Padre; fede in cui possiamo essere giustificati come dice Paolo; fede che ci fa celebrare Dio. Mons. Castoro ha invitato con forza ad affidarsi alla Parola di Dio, perché “di questa Parola tutti abbiamo bisogno, più dell’aria, del pane, dell’acqua”. Chi ci svela il mistero di Dio e dell’uomo, la sua carne crocifissa, lacerata, insanguinata: è l’Eucaristia, Gesù Risorto. La preghiera nella celebrazione ecumenica ha già prodotto segni edificanti, ma a questo impegno fondamentale devono aggiungersi la reciproca conoscenza fraterna, la formazione ecumenica dei fedeli e dei preti, il dialogo tra i teologi e la cooperazione tra i cristiani nella promozione umana. Ogni discepolo di Cristo, inoltre, deve sapere che non si può ridurre l’impegno ecumenico solo alla preghiera di una settimana all’anno, ma deve imparare a cogliere le frequenti occasioni che si presentano oggi per vivere un ecumenismo quotidiano. In questo modo, l’auspicio di Gesù potrà cominciare a realizzarsi.
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