Arriva dalla città di Trani ed è una storia che ha il sapore, gli odori e i colori della Puglia. Ma con un valore in più, un ingrediente che, anche se messo in grandi quantità, non guasta mai: la speranza.
Nella Casa circondariale di Trani, all’interno del laboratorio della cooperativa sociale “Campo dei Miracoli”, alcuni detenuti preparano e confezionano dei taralli davvero speciali, prodotti con ingredienti di prima qualità.
«La cooperativa Campo dei Miracoli è nata a Gravina di Puglia nel 1999. Dal 2003 ha cominciato la sua attività all’interno del carcere di Trani, mentre la produzione di taralli è iniziata nel 2007 – ha spiegato Salvatore Loglisci, presidente della cooperativa – nel laboratorio lavorano quattro detenuti per circa 4 ore al giorno, ad aiutare questi dipendenti c’è un esperto esterno che quotidianamente si reca nell’istituto e soprintende la produzione».
«Sono quasi 3 anni che lavoro in questo laboratorio – ha raccontato Michele – è un’esperienza molto bella. Ringrazio la cooperativa per questa opportunità, ho una bambina piccola da mantenere e quindi un posto di lavoro è importante».
La produzione avviene in due fasi: la realizzazione del tarallo, e quindi la preparazione dell’impasto e la cottura, avvengono al mattino, mentre nel pomeriggio i taralli vengono imbustati, e le singole confezioni sistemate all’interno dei cartoni.
«Il lavoro diventa un supporto per la detenzione del detenuto – ha spiegato Angela Anna Bruna Piarulli direttrice casa circondariale di Trani – in quanto gli permette sia di poter trascorrere gran parte della giornata fuori dalla cella, sia di acquisire competenze e abilità da poter utilizzare all’esterno dal carcere».
«Sono persone adulte con delle responsabilità nei confronti del coniuge e dei figli, – ha detto Elisabetta Pellegrini, responsabile dell’area pedagogica del carcere di Trani – e con il dovere di mantenere la propria famiglia. Abituarsi ad avere un lavoro o riabituarsi ai ritmi che scandiscono una comune giornata lavorativa è un fatto importantissimo».
Per i detenuti che lavorano nel carcere di Trani il lavoro è motivo di orgoglio, è riscoprirsi uomini con una dignità e con il coraggio e la voglia di rimettersi in discussione. «Quando sono qui nel laboratorio mi sento più tranquillo, vedo la famiglia più serena – ha raccontato Giuseppe – mi sveglio al mattino più volenteroso. Non ho mai mancato un solo giorno di lavoro. È un grande aiuto non stare in cella 24 ore su 24».
«Ogni lavoro comporta il rispetto delle regole dell’attività lavorativa – ha detto la Pellegrini – così come avviene all’esterno. Abituarsi al rispetto delle regole significa già aver raggiunto il 90% di una reintegrazione socio-lavorativa futura».
Qual è la forza della Cooperativa “Campo dei Miracoli”? «Proprio perché non siamo un tarallificio – ha risposto Salvatore Loglisci – abbiamo fatto una scelta di campo importante: non solo il prodotto deve essere buono, ma deve avere alla base un valore sociale: e dunque essere realizzato da persone che si trovano in uno stato di svantaggio. Questa è la nostra forza».