Non solo aiuti, ma partecipazione di istituzioni e scuole. E’ questo lo scopo dell’Avap (Associazione volontariato Ancona Pocinho), associazione marchigiana impegnata su tutto il territorio per sostenere e migliorare le condizioni di vita di alcune favelas e villaggi brasiliani.
“ Tutto iniziò nel 1992. Conoscemmo Isabel, una allegra suora brasiliana di Lagarto – racconta Giorgio Filomena Segretario dell’Avap ai microfoni di Radio Padre Pio – venuta in Italia per studiare e fare esperienza prima di operare tra la sua gente. Isabel ci raccontò del suo paese e della sua famiglia e, dopo il suo ritorno in patria, continuammo a tenerci in contatto con lettere e foto. Nel gennaio ’99 siamo partiti per andarla a trovare, per conoscere la sua gente. Abbiamo conosciuto così il Paese dei contrasti, dove poveri e ricchi sono vicini di casa, dove la gente per farti dormire nel suo letto va a dormire fuori di casa.
Abbiamo visitato la favela di Jd. Sao Camilo de Lellis a Jundiaì (San Paolo) guidati dal nostro amico brasiliano Inri che opera come volontario nella stessa favela . Siamo anche stati nel piccolo villaggio rurale di Pocinho (Barbosa Ferraz – stato del Paranà) e abbiamo potuto constatare le condizioni di estrema povertà in cui vivono molte famiglie.
L’attività dell’AVAP è quindi iniziata in questi anni inviando i primi aiuti alle popolazioni bisognose quali vestiario, prodotti per l’igiene e denaro tramite piccoli progetti di adozione a distanza.
Restituire alle persone la propria dignità, renderle autosufficienti economicamente e far crescere in loro la speranza che un futuro migliore può essere costruito fin d’ora, sono gli scopi fondamentali dell’AVAP. Per far questo crediamo che la valorizzazione delle risorse locali attraverso lo studio, la progettazione ed il finanziamento di “microprogetti” con la collaborazione dei volontari, delle istituzioni e della stessa popolazione locale sia la meta più importante. Interventi mirati su piccole comunità rurali o sulle favelas sono in grado di lanciare attività autonome capaci di autoalimentarsi, che producono più cibo e generano reddito.
Ma anche la realizzazione di progetti di promozione sociale, di scambi interculturali, di dialogo ed amicizia tra l’Italia ed il Brasile rappresentano mezzi utili ed efficaci (e spesso anche fondamentali) per l’aiuto di persone che spesso vivono gravi situazioni di emarginazione e degrado sociale”.