“Occorre una nuova idea di Europa sociale.
L’Unione europea ha allargato le proprie frontiere a dieci nuovi stati, ma i livelli di welfare sono differenti, come nei vari paesi i diritti dei lavoratori”.
Lo rileva il segretario della Federazione Nazionale dei Pensionati(Fnp-Cisl), Antonio Uda, che aggiunge: “le disparità tra gli stati membri paventano il rischio di più velocità di crescita all’interno dell’Unione stessa.
La popolazione anziana deve divenire riferimento centrale nelle politiche sociali dei governi europei, sino a rappresentare un’opportunità di crescita e sviluppo.
Le spese nel welfare vanno considerate investimenti e non costi!.
Le sfide economiche e sociali da affrontare a breve termine riguardano l’occupazione e l’invecchiamento della popolazione dovuto al costante aumento della vita media, mentre il trend di crescita della popolazione attiva, invece, risulta assai meno consistente: un dato che mette in discussione l’intera economia europea”.
Nell’Unione Europea, su 455 milioni di cittadini, gli anziani sono 70 milioni(110 entro il 2030).