Valorizzare l’identità del territorio per creare nuova ricchezza nel settore turistico: questa la ricetta proposta da amministratori locali ed associazioni di categoria nel convegno promosso oggi da Legambiente e Coldiretti, presente il direttore generale dell’Ente Nazionale per il Turismo, Piergiorgio Togni.
C’è un’Italia di provincia che vanta un turismo enogastronomico dalle innumerevoli potenzialità, con un’industria alimentare che supera i ventitré
miliardi di euro e si colloca ai primi posti in Europa sia in termini quantitativi che qualitativi.
È l’Italia che lavora per la qualità del prodotto alimentare, normata(attraverso il biologico o le
Denominazioni di Origine) o dichiarata(tracciabilità).
“I piccoli centri ricchi d’arte, i parchi e le aree protette, le produzioni tipiche di qualità e l’enogastronomia di eccellenza, le sagre e le feste, l’agriturismo e il biologico, è questa l’
estate di qualità italiana –ha spiegato agli ascoltatori di Radio Padre Pio Ermete Realacci, presidente di Legambiente- “In questo incontro si sono affrontate le questioni sui legami tra un turismo che conta circa 900 milioni di presenze nazionali o straniere e un’agricoltura che con i suoi paesaggi e le sue produzioni di qualità rappresenta un richiamo sempre più irresistibile. Una ricchezza ‘made in Italy’ che lo stesso Presidente Carlo Azeglio Ciampi ha più volte incoraggiato.
Se l’Italia ha un futuro in campo agricolo, quindi, è nella valorizzazione delle produzioni di qualità, e proprio ora, con il Semestre europeo, il nostro Paese deve battersi in Europa perché si privilegi la logica degli investimenti a sostegno della qualità delle produzioni, e si contrastino i rischi di omologazione delle produzioni agricole, legati a una diffusione
indiscriminata e incontrollata degli Ogm“.
Intanto i numeri indicano una crescita della domanda di qualità, ambientale e di accoglienza, e dei
servizi in stretto rapporto col territorio.
Sono 1 milione 200mila i turisti italiani e 200 mila gli stranieri che per l’estate 2003 scelgono la vacanza in campagna: un’opportunità resa possibile dalle 11.500 aziende agrituristiche presenti nel nostro Paese, in più della metà delle quali si parlano almeno due lingue.