Sarà presentato sabato 24 maggio alle ore 18,00 con un incontro – dibattito presso l’Istituto Missionari Comboniani di Bari, il libro di Nadia Neri, psicologa analista e scrittrice, dal titolo “Etty Hillesum – Testimone e vittima del lager ”.
“ Il libro di Nadia Neri – ha dichiarato Nicola Colaianni, docente di Diritto Pubblico presso l’Università di Bari e moderatore dell’incontro, ai microfoni di Tele Radio Padre Pio nel corso del programma << Di Terra e Di Cielo >> – vuole aiutarci a riscoprire la figura di Etty Hillesum. Etty era una ragazza brillante, intensa che aveva la passione della lettura e degli studi di filosofia ed una notevole predisposizione per la scrittura.
Ad Amsterdam prese la prima laurea in giurisprudenza, si iscrisse alla facoltà di lingue slave interessandosi anche agli studi di psicologia e dando lezioni di russo. Leggeva con passione Jung, Rilke, Dostoevskij, mentre all’università entrava in contatto con la resistenza studentesca di sinistra.
Nel Gennaio 1941 conobbe Julius Spier, allievo di Jung iniziatore della psicochirologia, una personalità carismatica che colpì e stimolò Etty che fu sua paziente e assistente e compagna intellettuale.
Quest’incontro segnò il via all’evoluzione della sua sensibilità in direzione sempre più marcatamente spirituale ,sebbene laica e aconfessionale. Lavorò per un breve periodo in una sezione del Consiglio Ebraico di Amsterdam e quasi subito chiese il trasferimento a Westerbork, il campo di “smistamento” dove transitarono migliaia di ebrei olandesi in attesa di deportazione.
Lavorò nell’ospedale del campo – con alcuni rientri ad Amsterdam – dall’agosto 1942 al 7 settembre 1943,data in cui Etty, suo padre, sua madre e Misha furono caricati sul treno dei deportati diretto in Polonia.Morirono ad Auschwitz il 30 Novembre 1943.
Quando Etty iniziò la stesura del diario la guerra era nel pieno del suo svolgimento, e il cerchio cominciava a stringersi intorno agli ebrei olandesi: erano costretti a brutali restrizioni, radunati nel ghetto di Amsterdam, poi inviati nei campi di “smistamento” in un’attesa più o meno lunga di deportazione nei campi di sterminio.
Di lei e della sua esperienza sappiamo soprattutto dal diario e dalle lettere, scritti vibranti e testimonianza di un percorso caratterizzato dal crescere di una inesorabile e meravigliosa tendenza ad amare, amare sempre più globalmente la vita, amare Dio, amare l’essenza umana.
Il diario si apre nel marzo ’41 con le riflessioni di una giovane donna alle prese con l’amore e la creatività, gli studi e la scrittura.
La guerra è decisamente sullo sfondo.
Prima ancora che Etty cominci a nominare Dio e a rivolgersi direttamente a Lui, (questa sarà l’eredità di Spier, che l’aiuterà a trovare “il coraggio di pronunciare il nome di Dio”) già annota la percezione di un rapporto intimo con qualcuno in lei che l’accompagna: << D'un tratto avevo avuto la sensazione di non essere sola ma in due: come se fossi composta di due persone che si stringessero affettuosamente e che stessero bene così, al caldo. Un forte contatto con me stessa e perciò un buon caldo dentro, un senso di autosufficienza >>.
Poi la rivelazione in lei finalmente trova parola: << Dentro di me c'è una sorgente molto profonda. E in quella sorgente c'è Dio >>”.
L’appello di Papa Leone XIV ai potenti della terra: “mai più la guerra”
Questa mattina, Papa Leone XIV, dopo la preghiera mariana del Regina Caeli, ha lanciato un appello di pace per i...