“Un’opera conosciuta e apprezzata in tutto il mondo non solo dal punto di vista medico e scientifico ma anche per la sua non comune assistenza spirituale e morale al malato, come San Pio desiderava”. Così si è espresso il Cardinale Salvatore De Giorgi durante l’omelia pronunciata questa mattina, in occasione della celebrazione eucaristica per ricordare i 52 anni dall’inaugurazione di Casa Sollievo della Sofferenza.
L’Arcivescovo emerito di Palermo, che ha presieduto la celebrazione nella chiesa di San Pio a San Giovanni Rotondo, ha detto che l’Opera di Padre Pio “è nata nella preghiera e alla preghiera è stata affidata” e che da 52 anni il sogno di San Pio è una “realtà stupenda”, una “casa della speranza” destinata a crescere.
“Un aspetto essenziale del grande disegno di Padre Pio, era ed è che la degenza in questa Casa deve poter costituire sì una cura del corpo ma anche una vera e propria educazione all’amore inteso come accettazione cristiana del dolore”.
Con queste parole S.E Mons. Domenico D’Ambrosio, Arcivescovo di Manfredonia – Vieste San Giovanni Rotondo e delegato della Santa Sede per il Santuario e le Opere di San Pio da Pietrelcina, ha iniziato il messaggio scritto in occasione dell’anniversario della nascita di Casa Sollievo della Sofferenza e rivolto a coloro, medici, infermieri e ammalati, che operano e vivono la realtà dell’Opera di Padre Pio. Parole pronunciate dal servo di Dio Giovanni Paolo II, la sera del 23 maggio 1987, prima di dare inizio alla sua visita nell’Ospedale di Padre Pio.
«Ogni anno ci ritroviamo, nel giorno anniversario della inaugurazione della nostra ‘Casa’ – ha scritto nel suo messaggio l’Arcivescovo – a rendere grazie al Signore per questo dono prezioso affidato alle mani di quanti siamo a servizio dei fratelli infermi, consapevoli, come ci ricorda il Santo Fondatore che in ogni ammalato vi è Gesù che soffre. In ogni povero vi è Gesù che langue. In ogni ammalato povero vi è due volte Gesù che soffre e che langue»
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