“Oggi la Chiesa inizia un nuovo anno liturgico, un cammino che viene ulteriormente arricchito dall’Anno della fede, a 50 anni dall’apertura del Concilio ecumenico vaticano II”, ha segnalato il Papa stamane nel corso dell’Angelus. “Avvento”, ha chiarito il Pontefice, “significa ‘venuta’ o ‘presenza’”, e nel linguaggio cristiano è riferita alla venuta di Dio, alla sua presenza nel mondo; un mistero che avvolge interamente il cosmo e la storia, ma che conosce due momenti culminanti: la prima e la seconda venuta di Gesù Cristo. La prima è l’Incarnazione; la seconda è il ritorno glorioso alla fine dei tempi. Questi due momenti, che cronologicamente sono distanti – e non ci è dato sapere quanto –, in profondità si toccano, perché con la sua morte e risurrezione Gesù ha già realizzato quella trasformazione dell’uomo e del cosmo che è la meta finale della creazione”. Ma prima della fine, “bisogna che tutti i suoi nemici siano posti sotto i suoi piedi. Questo disegno di salvezza di Dio, che è sempre in atto, richiede continuamente la libera adesione e collaborazione dell’uomo; e la Chiesa, che è come la fidanzata, la promessa sposa dell’Agnello di Dio crocifisso e risorto, vive protesa nella memoria del suo Signore e nell’attesa del suo ritorno”. Un’attesa “fatta di speranza vigilante e operosa”.
La Parola di Dio odierna ci mostra chiaramente “la linea di condotta da seguire per essere pronti alla venuta del Signore”. Gesù nel Vangelo di Luca “dice ai discepoli: ‘I vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita … vegliate in ogni momento pregando’”. Sobrietà e preghiera, dunque, diventano centrali. Il Papa ha ripreso anche l’invito dell’apostolo Paolo di “crescere e sovrabbondare nell’amore” tra noi e verso tutti, “per rendere saldi i nostri cuori e irreprensibili nella santità”. “In mezzo agli sconvolgimenti del mondo, o ai deserti dell’indifferenza e del materialismo – ha osservato il Pontefice -, i cristiani accolgono da Dio la salvezza e la testimoniano con un diverso modo di vivere, come una città posta sopra un monte. La comunità dei credenti è segno dell’amore di Dio, della sua giustizia che è già presente nella storia ma che non è ancora pienamente realizzata, e pertanto va sempre attesa, invocata, ricercata con pazienza e coraggio. La Vergine Maria incarna perfettamente lo spirito dell’Avvento, fatto di ascolto di Dio, di desiderio profondo di fare la sua volontà, di gioioso servizio al prossimo. Lasciamoci dunque guidare da lei, perché il Dio che viene non ci trovi chiusi o distratti, ma possa, in ognuno di noi, estendere un po’ il suo regno di amore, di giustizia e di pace”.
Come è nata la devozione di Papa Francesco per Padre Pio?
Nel 1928, fu il cappuccino ligure, padre Antonio Durante (morto in concetto di santità nel 1970), a portare, in Argentina,...