La terza giornata della Settimana Internazionale della Riconciliazione si è aperta con l’intervento di fr. Luciano Lotti, direttore della rivista scientifica "Studi su Padre Pio" che ha tenuto una relazione su l tema "Le confessioni di Padre Pio: un argine alla secolarizzazione?".«Padre Pio – ha detto fr. Luciano – è riuscito a parlare alla masse, svolgendo principalmente il mistero della confessione». Le lunghe ore di preghiera, le sofferenze fisiche e morali sopportate in silenzio e in spirito di profonda obbedienza alla Chiesa, la sua carità operosa che non si ferma nemmeno di fronte a chi lo calunnia, «l’amore per i sofferenti che è alla base della nascita di Casa Sollievo, sono il giusto alveo nel quale leggere la sua attività di confessore». Non è la parola suadente, non sono le posizioni radicali e nemmeno i suoi consigli, «ma il suo stile di vita» a dare vigore al suo ministero di confessore. «E’ dunque a partire dalla sua vicenda personale che possiamo trarre le coordinate per comprendere a pieno la sua risposta alla secocolarizzazione, ma anche per poter trarre alcune considerazioni pastorali». Padre Pio risponde al mito dell’uomo autonomo e affranto dalla divinità, caratteristico della secolarizzazione, «misurandosi e lasciandosi sconfiggere da dio, diventando, dunque, prima salvato, che ministro di una salvezza, prima figlio, che padre, mostrandosi a tutti come luogo della misericordia di Dio». Scriveva Padre Pio «Egli si è voluto fare di me un esempio di grazia; mi vuol porre a tutti i peccatore in modello. Perchè nessuno disperasse. Fissino dunque i peccatori in me, massimo tra i peccatori i loro sguardi e sperino in Dio. Peccatori, fissate la vostra attenzione su di me scelleratissimo e non animatevi a non disperare la salòute, poichè il Signore non solo a dato a me il perdono dei peccati, ma ha voluto arricchirmi delle più preziose grazie». «Le parole di Padre Pio – ha spiegato fr. Luciano – non sono dettate soltanto da una profonda umiltà, sono la denuncia di una diversità che però non afferma la distanza da Dio, ma la sua capacità di accogliere. Nella sua vita c’è costantemente un padre che accoglie il figlio, sia quando lo cerca affannosamente nei meandri della notte oscura, sia quando generosamente vuole condividere con Cristo la sofferenza offerta, sia quando nel silenzio esteriore prega per quei fratelli dei quali è stato allontanato; infine quando nel Golgota della sua vita sono alcuni fratelli tra i più vicini a creare il silenzio e la calunnia. Veramente Padre Pio con quel suo sguardo che di sovente si staccava dalla terra e sembrava stamparsi nell’infinito, faceva sentire la capacità degli occhi di Dio di trasformare il passato, e la possibilità per l’uomo di credere di nuovo nel suo fututo»
Come è nata la devozione di Papa Francesco per Padre Pio?
Nel 1928, fu il cappuccino ligure, padre Antonio Durante (morto in concetto di santità nel 1970), a portare, in Argentina,...