Dopo aver descritto il dono della Sapienza, questa settimana papa Francesco, nel corso della catechesi dettata durante l’udienza generale, si è soffermato sul dono dell’intelletto, "una grazia che solo lo Spirito Santo può infondere e che suscita nel cristiano la capacità di andare al di là dell’aspetto esterno della realtà". Per papa Francesco l’intelletto " fa capire le cose come le capisce Dio, con l’intelligenza di Dio", permettendo all’uomo di introdursi nell’intimità con Lui e partecipare al suo disegno di salvezza.
Il dono dell’intelletto, secondo il Papa, è "strettamente connesso alla fede" e l’icona biblica dei discepoli di Emmaus ben si presta a spiegare la profondità e la forza di questo dono: quando il Signore spiega ai discepoli le Scritture, "perché comprendano che Lui doveva soffrire e morire per poi risorgere, le loro menti si aprono e nei loro cuori si riaccende la speranza (cfr Lc 24,13-27). E questo è quello che fa lo Spirito Santo con noi: ci apre la mente, ci apre per capire meglio, per capire meglio le cose di Dio, le cose umane, le situazioni, tutte le cose". Così, il dono dell’intelletto è importantissimo per la vita cristiana "per capire, come capisce Lui, le cose che accadono e per capire, soprattutto, la Parola di Dio nel Vangelo".