16 gennaio
Berardo, Pietro, Ottone, Accursio e Adiuto furono i primi cinque missionari francescani che nella Pentecoste del 1219 furono inviati da San Francesco nelle terre saracene a predicare il Vangelo.

Imprudenti, andarono nella moschea dove predicarono il Vangelo contro l’Islamismo. Furono creduti pazzi, vennero maltrattati ma essi non si scomposero e, a palazzo, chiesero di poter parlare col re Miramolino. Questi li ascoltò ma, appena sentì parlare di Maometto quale falso profeta, li fece rinchiudere in prigione. Dopo alcuni giorni il sovrano li fece chiamare e, saputo che volevano andare in Africa, li aiutò imbarcandoli su un vascello diretto in Marocco. Berardo, che conosceva la lingua locale, predicò la fede cristiana criticando Maometto e il Corano. Miramolino li cacciò ma loro continuarono nella predicazione. Il re, allora, ordinò che venissero gettati in una fossa affinché morissero di fame e di stenti. Dopo tre settimane di digiuno vennero estratti ma le loro condizioni fisiche erano migliori rispetto a quando erano stati rinchiusi. Il re, meravigliato, dispose la loro partenza ma, i francescani, riuscirono a sfuggire e tornarono a predicare. Vennero nuovamente arrestati, sottoposti a flagellazione e gettati in prigione. Furono poi consegnati alla plebe affinché vendicassero Maometto: i frati vennero così flagellati ai crocicchi delle strade e trascinati sopra pezzi di vetro e cocci di vasi rotti.
Sulle loro piaghe vennero versati sale e aceto misti ad olio bollente ma essi resistettero con tale fortezza d’animo tanto da sembrare impassibili. Miramolino rimase meravigliato e cercò di convertirli all’islamismo promettendo loro ricchezze e onori. I frati respinsero non solo le proposte del re non ma anche le cinque donne loro offerte in mogli.
Miramolino non resse più le tante avversioni e, preso dalla rabbia, impugnò la sua scimitarra e decapitò i cinque frati: era il 16 gennaio 1220, presso Marrakech. Nello stesso momento le loro anime apparvero alla benefattrice Sancha, che era in preghiera nella sua stanza che riuscì a recuperare i loro corpi fecendo costruire due casse d’argento di differente grandezza. Nella più piccola vi depose le teste, mentre nella più grande i corpi martiri. Le reliquie, infine, vennero consegnate alla chiesa di Santa Croce di Coimbra, dove, ancora oggi, vengono venerate. Si dice che San Francesco, saputa la notizia del martirio dei suoi confratelli, disse: «Ora posso dire che ho veramente cinque Frati Minori». Furono canonizzati nel 1481 dal papa francescano Sisto IV. Il Martyrologium Romanum li commemora il 16 gennaio, giorno del loro martirio.