Meno italiani volano all’estero per curarsi. I “viaggi della speranza” si sono notevolmente ridotti dagli anni 90 ad oggi. Questa è la fotografia scattata dall’Aiom (associazione italiana di oncologia medica) al nostro Paese.
“E’ da molto tempo che monitoriamo la situazione – ha detto il professore Roberto La Bianca, presidente dell’Aiom e ospite di Radio Padre Pio – e dagli ultimi dati delle nostre ricerche emerge che negli anni scorsi erano molti gli italiani che emigravano verso strutture ospedaliere estere, soprattutto francesi. Non si tratta solo di viaggi oltre confine, nelle nostre indagini includiamo anche coloro che si spostano da Sud a Nord o da regione a regione.”
Al fenomeno dei viaggi della speranza sono legati diversi fattori e cause effettive come spiega il professor La Bianca: “È ovvio che esistono strutture eccellenti nelle quali ci sono strumentazioni, competenze e disponibilità di farmaci differenti rispetto ad altre realtà. Però, in tutto questo, c’è sempre stata una grande componente razionale ed emotiva legata al fatto che in alcune realtà il rapporto medico paziente fosse migliore rispetto ad altre realtà svantaggiate. C’è sempre stata una grossa quota di pazienti che in realtà avrebbe potuto esser curata benissimo vicino casa sua. Questo però richiede che ci sia una diffusione di strutture sempre più capillare nel nostro Paese, anche se la situazione negli ultimi tempi è migliorata notevolmente.”
Il professor La Bianca ha concluso affermando che, nel nostro paese, la qualità di diagnosi e cure di molte malattie è buona e questo spinge gli italiani ad avere più fiducia non solo nel Sistema Sanitario ma soprattutto in medici e infermieri.