31 gennaio
Giovanni Bosco nasce il 16 agosto del 1815 da Francesco e Margherita Occhiena, vicino a Castelnuovo d’Asti, oggi Castelnuovo don Bosco. La madre, dedita al lavoro e ai suoi doveri di cristiana, lo educò alla fede e alla pratica del messaggio evangelico e la devozione di Giovanni per lei era così alta che trasmise il suo amore alla futura Congregazione. A soli nove anni Giovanni ebbe il sogno che gli rivelò la sua missione: l’educazione della gioventù. Compì gli studi ecclesiastici e nel 1841 fu ordinato sacerdote. La grande opera di don Bosco ebbe inizi difficili. Il santo intuì subito il grande disagio che stavano vivendo i giovani delle famiglie che dal mondo agricolo stavano passando al mondo preindustriale e capì che l’oratorio poteva essere la risposta a questo disagio giovanile. Don Bosco intitolò il suo primo oratorio a San Francesco di Sales. Gli oratori erano un luogo di formazione cristiana, di ricreazione, di aggregazione. Istituì scuole professionali volte a formare “buoni cristiani ed onesti cittadini”. Dopo quattro anni trasferì l’oratorio nella struttura di Valdocco nella quale poteva radunare i suoi “birichini”. Nel 1847 Don Bosco avviò l’oratorio di San Luigi presso la stazione ferroviaria di Porta Nuova. Nel 1852 l’arcivescovo mons. Luigi Fransoni lo nominò responsabile dell’Opera degli Oratori.
Per don Bosco l’amore era il primo principio pedagogico ed era necessario che il ragazzo percepisse di essere amato.

Dotato di un’intelligenza eccezionale, don Bosco considera la stampa uno strumento fondamentale per la divulgazione culturale, pedagogica e cristiana. Diviene scrittore ed editore. Nella biografia da lui scritta su san Domenico Savio evidenzia come il giovane aveva ben compreso la sua pedagogia: “Noi, qui, alla scuola di Don Bosco, facciamo consistere la santità nello stare molto allegri e nell’adempimento perfetto dei nostri doveri”.
Per realizzare quello che aveva nel cuore don Bosco si fece aiutare e, per garantire una continuità e stabilità a ciò che aveva iniziato, fondò a Torino la Società di San Francesco di Sales, detti “Salesiani”, una congregazione composta di sacerdoti, e nel 1872 a Mornese con Santa Maria Domenica Mazzarello le Figlie di Maria Ausiliatrice.
L’opinione pubblica, nei riguardi di don Bosco, non era sempre favorevole. C’era chi apprezzava la sua opera e chi lo considerava avveduto. Papa Pio IX, invece, lo appoggiò costantemente tanto che con la sua intercessione permise all’opera salesiana di espandersi.
Don Giovanni Bosco morì a Torino il 31 gennaio 1888, giorno in cui è ricordato dal Martyrologium Romanum e la Chiesa latina ne celebra la Memoria liturgica. La sua salma fu in un primo tempo sepolta nella chiesa dell’istituto salesiano di Valsalice, poi venne trasferita nella basilica di Maria Ausiliatrice, fatta edificare da don Bosco stesso. Il pontefice Pio XI lo beatificò il 2 giugno 1929 e lo canonizzò il 1° aprile 1934 mentre mamma Margherita verrà dichiarata venerabile nel 2006.
Nel 1988 Giovanni Paolo II, recatosi in visita ai luoghi di don Bosco, lo dichiarò Padre e Maestro della gioventù, “stabilendo che con tale titolo egli sia onorato e invocato, specialmente da quanti si riconoscono suoi figli spirituali”.
La Famiglia Salesiana può contare ben 5 santi, 51 beati, 8 venerabili ed 88 servi di Dio.