“E’ stata prima di tutto un’esperienza di fraternità molto bella che ha visto coinvolti 41 frati strettamente partecipanti al Consiglio Plenario dell’Ordine dei Frati Cappuccini”.
Con queste parole ha esordito
fra Francesco Neri, frate cappuccino e Maestro dei novizi presso lo studendato teologico di Santa Fara (Bari) sulle frequenze di Radio Padre Pio nelle rubrica “Frate è bello a cura di fra Mimmo Donatelli nel condividere con i nostri radio ascoltatori l’esperienza del CPO ( Consiglio Plenario dei Frati Cappuccini ) che si è svolto ad Assisi dal 1° al 27 marzo illustrando come la minorità può essere incarnata oggi se pur in contesti diversi.“Possiamo dire che la scelta della minorità – continua Fra Francesco – nel cuore di San Francesco sboccia con il bacio al lebbroso. Questo episodio significa per i francescani di quel tempo e per noi oggi, scegliere lo stesso itinerario.
In altre parole significa preferire e andare incontro a coloro che non hanno voce, che non hanno difesa, che non contano nulla…non aver paura di mescolarsi con coloro che soffrono, con coloro che sono in situazioni difficili.
Abbiamo ascoltato tante testimonianze e in modo particolare abbiamo ascoltato l’intervento di Padre Alex Zanotelli, un ex missionario che ha condiviso con noi la sua esperienza di minorità.Infatti ci serviva qualcuno che ci parlasse di questa minorità e che vive al di fuori del nostro contesto.
Ricordiamo che lui ha scelto, per ben 12 anni, di vivere negli slums di Korogocho, a Nairobi. I poveri di Korogocho gli hanno insegnato come leggere e comprendere il Vangelo e a vedere la realtà di oggi come Gesù e Francesco l’avrebbero vissuta.
La sua testimonianza mi ha colpito profondamente perché in fondo ci ha ricordato che Gesù comprese la sua missione al momento del battesimo e l’incontro di Francesco con il lebbroso costituì la svolta decisiva per mettersi alla sequela di Cristo e del Vangelo.
L’incontro con Gesù Cristo si ottiene sicuramente attraverso lo studio…ma molto di più attraverso la carità e l’amore concreto per i poveri e i sofferenti”.