24 gennaio
Francesco nasce nel 1567 a Thorens, in Savoia, da Francesco, conte di Sales, e da Francesca di Sionas. Completa i suoi studi di retorica, filosofia e teologia presso i padri Gesuiti. Già sensibile alla vocazione sacerdotale, viene mandato dal padre a Padova per addottorarsi in legge. A 18 anni vive una forte crisi dell’anima che trova consolazione solo nell’amore di Dio.

Lo studio di san Tommaso d’Aquino e di sant’Agostino conferma la sua vocazione: «Sarò sacerdote».
Riceve gli Ordini minori, il diaconato tre mesi più tardi e il Sacerdozio, dopo altri tre mesi. Di lui san Gregorio Nazianzeno avrebbe detto: «Egli era prete prima di essere prete». Da canonico Francesco predica per le strade e nelle piazze con parole semplici e comprensibili da tutti perché era desideroso di far conoscere e amare Gesù e recuperare quante più possibili anime a Cristo cercando di salvaguardare la cristianità in un periodo in cui perseverava la riforma di Calvino. Trascorre molto tempo nel confessionale, dona soccorso ai poveri e visita gli ammalati indignando, così, il padre che lo voleva predicatore con citazioni latine e greche.
Si fa missionario percorrendo le strade del Chiablese non curandosi delle intemperie, delle notti senza rifugio o degli avversari che poteva incontrare durante il suo percorso. La sua preoccupazione era la salvezza delle anime e la conversione dei calvinisti a Gesù. Quando la sua predica incontrava degli ostacoli, Francesco non rinunciava a diffondere la Parola di Dio anche attraverso volantini e manifesti, in cui tracciava la Parola di Dio, che affiggeva ai muri, faceva scorrere sotto le porte delle case chiuse al suo richiamo.
Per questo motivo diventerà patrono dei pubblicisti.
A 32 anni Francesco divine celebre per la conversione nel Chiablese tanto che il Papa Clemente VIII a Roma, davanti a un folto gruppo di vescovi e di cardinali, si fa raccontare l’avventura da Francesco stesso. IL Papa lo consacrerà vescovo coadiutore di Annecy con diritto di successione. Organizza scuole di catechismo e lui stesso diviene catechista dei bambini. Incita i preti a darsi da fare mettendosi al servizio di parroci e parrocchiani. Provvede alla formazione di un clero incentrato su Gesù. Attira la folla con i suoi colloqui, la sua carità, la sua parola forte e prudente allo stesso tempo. Si rivolgeva a tutti a tutti incominciando dalla donna che per Francesco è per natura un’innamorata di Dio. Dice: «Non ditemi che sono un grande predicatore, ma ditemi, se lo sono, che sono buono, servo di Gesù e delle anime». Afferma e spiega che la santità è rivolta a tutti, questa va solo calata nella vita quotidiana, nella vita di tutti. Francesco ama l’uomo perché ama follemente Dio e ha fiducia nell’uomo redento da Cristo.
Francesco di Sales fonda nel 1610, con santa Giovanna De Chantal, l’Ordine della Visitazione di Santa Maria, un’Ordine religioso femminile che diffonderà tra le giovani. Francesco col nome dell’Odine, ritorna con la mente alla Visitazione di Maria a Santa Elisabetta: Maria si fa portatrice di salvezza e, come Maria, le monache devono vivere il Vangelo e portare spiritualmente Cristo ai fratelli facendo trasparire la gioia e la soavità della certezzA che Dio è con loro. Alla base di tutto, Francesco, pone la Confessione e la Comunione settimanale e i Sacramenti che santificano tutti. La forza che lo anima per convertire più anime a Cristo lo accompagnerà fino alla fine.
Il 28 dicembre 1622, il santo Vescovo di Annecy muore. Ha solo 55 anni. Nel 1665, papa Alessandro VII lo iscrive tra i santi. Nel 1877, il beato Pio IX lo proclama Dottore della Chiesa.