19 febbraio
Barbato nacque a Vandano di Cerreto nei primi anni del VII secolo. Studiò a Benevento e iniziò il suo ministero sacerdotale a Morcone. Si dedicò alla lotta contro l’idolatria e le superstizioni. Divenne così popolare che alla morte del vescovo della città, Ildebrando, lo elessero suo successore. Nel VII secolo i Longobardi governavano il Ducato di Benevento e, nonostante molti si fossero convertiti al cristianesimo, ancora credevano in alcune superstizioni come il culto dell’albero e della vipera.

Barbato denunciò tali pratiche digiunando e pregando per la conversione del popolo. Quando la città venne sottoposta all’assedio dall’imperatore Costanzo II, il duca Romualdo trovò in Barbato un ottimo aiuto nella resistenza e quando i Longobardi vinsero fu lo stesso duca che, riconoscente, fece cessare lo stesso culto dell’albero e della vipera. La sede vescovile di Barbato si estese anche ai vasti territori pugliesi. Barbato nel 680 partecipò al Concilio di Roma e morì a Benevento il 19 febbraio del 682 dopo diciannove anni di episcopato.
La prima traslazione delle reliquie avvenne nel 1124. Le sue spoglie sono custodite nel santuario di Montevergine e nella chiesa parrocchiale di San Nicola in Castelvenere della cui città è anche Patrono.