Padre Marciano Morra era guardiano del convento di Padre Pio quando, il 23 maggio del 1987, l’allora pontefice Karol Wojtyla si recò in visita pastorale a San Giovanni Rotondo e Capitanata.

«A me l’onore e l’onere di ricevere Sua Santità – ha raccontato padre Marciano – come ogni evento, anche la visita del Papa presentava lati positivi e negativi. Ai miei confratelli dissi: posso anche non accompagnarlo e sedermi all’ultima fila; posso anche non baciargli la mano e non fare la foto di gruppo con tutti i voi; ma ho un solo obiettivo: vedere Giovanni Paolo II inginocchiarsi e pregare sulla tomba di Padre Pio». Questo perché? Non perché quel gesto santificasse Padre Pio. Vedere Giovanni Paolo II compiere quel gesto di amicizia nei confronti di un frate di cui si era parlato tanto bene, ma anche tanto male, era di per sé un fatto positivo, prosegue nel suo racconto il confratello di Padre Pio.
«E non dimentichiamo – prosegue fra Marciano – il discorso pronunciato da Giovanni Paolo II. Lo stesso discorso avrebbe potuto conservarlo e leggerlo in occasione della beatificazione e della canonizzazione del santo di Pietrelcina».
“Voglio ringraziare con voi il Signore per averci donato il caro padre, – disse Papa Wojtyla il 23 maggio del 1987 – per averlo donato, in questo secolo così tormentato, a questa nostra generazione. Nel suo amore a Dio e ai fratelli, egli è un segno di grande speranza e tutti invita, soprattutto noi sacerdoti, a non lasciarlo solo in questa missione di carità”.
Dopo la sosta nella cripta di Padre Pio, Giovanni Paolo II venne accompagnato in santuario per pronunciare il suo discorso ai fedeli. «Mi ritrovai da solo ad accompagnare il Papa lungo le scale – racconta padre Marciano – in quel momento avrei voluto dirgli tante cose ma le parole non mi uscivano dalla bocca. Lui si accorse di questa mia difficoltà e inizio a chiedermi notizie sulla nostra fraternità. E mi fece anche una raccomandazione: voi frati che continuate nella spiritualità di Padre Pio abbiate cura della liturgia eucaristica e del sacramento della riconciliazione».