‘…un corpo invece mi hai preparato (Eb 10,5)’ – Dall’Eucaristia al quotidiano, con Maria donna del grande Sì. Su questa impegnativa e luminosa traccia si sono misurate, nell’approfondimento e nella preghiera, le vergini consacrate convenute nei giorni scorsi a San Giovanni Rotondo per un incontro nazionale. Circa quattrocento in Italia, nel mondo tremila. Donne dalla vita quotidiana molto diversa: insegnanti, pensionate, medici, studentesse… Ognuna nella propria diocesi, tutte seguendo l’esempio di Maria, la cui decisione di dedicarsi completamente al Signore nella verginità è stata l’inizio e l’ispirazione della verginità consacrata nella Chiesa. “ Testimonianza visibile di un amore invisibile” ha affermato nella celebrazione d’apertura monsignor Domenico Umberto D’Ambrosio, pastore della diocesi di Manfredonia-Vieste-San Giovanni Rotondo. Le quattro giornate di lavori hanno compreso momenti e relatori diversi. L’Eucaristia per una fragilità riconciliata e un’affettività matura, uno dei temi, è stato sviluppato in due direzioni: monsignor Vincenzo Pelvi, Arcivescovo Ordinario Militare per l’Italia ha trattato gli aspetti teologico-pastorali, mentre monsignor Domenico Dal Molin, Direttore del Centro Nazionale Vocazioni, si è occupato del percorso antropologico-formativo. “La vocazione verginale nasce dall’Eucaristia e, pertanto, è una vita pasquale”, ha ricordato mons. Pelvi, “verginità è seguire Cristo, non è rinunciare a qualcosa, e con Cristo anche le nostre fragilità si trasformano”. Anche mons. Dal Molin si è soffermato sull’Eucaristia, definendola “il rapporto affettuoso con il nostro Dio, il Dio della tenerezza…il bacio di Dio alla nostra vita”. Le relazioni si sono alternate ai laboratori di approfondimento, guidati da Suor Riccarda Lazzari, dottore in Teologia Pastorale Sanitaria dell’Istituto Internazionale per la Pastorale Sanitaria Camillianum e dalla dottoressa Paola Pellicanò(appartenente all’Ordo virginum), specialista del Centro studi e ricerche per la Regolazione Naturale della Fertilità dell’Università Cattolica Sacro Cuore. Suor Elena Bosetti, docente di Sacra Scrittura alla Pontifica Università Gregoriana, ha regalato all’uditorio un vibrante intervento su Maria donna del grande Sì, Madre del Magnificat. Partendo da alcuni testi biblici, ha tratteggiato la figura della Vergine e Madre come icona della donna feriale e festiva. “E’ la gioia che manifesta l’amore –ha aggiunto poi al microfono di Tele Radio Padre Pio- quell’amore che è alla base della scelta di tante persone che rispondono Sì alla chiamata di Dio”. Secondo la religiosa non vi è contraddizione tra la gioia e la sofferenza “se, come Padre Pio insegna con il suo esempio, offriamo al Signore il nostro dolore, accettandolo attraverso l’amore per Lui”. Il Vicario della Provincia religiosa dei Frati minori cappuccini Sant’Angelo e Padre Pio, fr. Antonio Belpiede, che ha presieduto la celebrazione mattutina nell’ultima giornata dei lavori, ha parlato di “…grande arricchimento per la Chiesa tutta: essa, com’è solita fare, recupera il deposito della tradizione esprimendolo anche in termini esigibili(canone 604)”. La peculiarità del carisma, la presenza nel mondo, l’efficacia della testimonianza di queste donne stanno suscitando interesse ed impegno in modo crescente, e non solo a livello ecclesiale. Per i Padri Conciliari del Vaticano II, una scommessa vinta.
Come è nata la devozione di Papa Francesco per Padre Pio?
Nel 1928, fu il cappuccino ligure, padre Antonio Durante (morto in concetto di santità nel 1970), a portare, in Argentina,...