E’ terminato il montaggio di un lungometraggio dedicato alla traslazione delle reliquie di San Nicola. Il film e’ stato diretto da Vito Giuss Potenza, con la sceneggiatura di Antonio Garofalo, Luca Vessio e dello stesso regista per iniziativa del Gat (Gruppo Artistico Teatrale), del Centro Studi Tradizioni Palesine (promotori dell’opera) e dell’assessorato alle Culture del Comune di Bari. Il film si intitola “Nicola, lì dove sorge il sole” e sarà presentato a Bari, nel Teatro Piccinni, il 20 marzo prossimo. Narra la storia della traslazione delle ossa del Santo ad opera di 62 marinai baresi. L’incipit del film è il sogno dell’abate Elia nel quale San Nicola, vescovo di Myra, gli esprime il desiderio che le sue reliquie siano portate a Bari. Per questo, sessantadue marinai, guidati da Giovannoccaro, Summissimo e Alberto, a bordo di tre grosse nave si dirigono verso l’Asia Minore. Ad Antiochia si imbattono in alcuni mercanti veneziani che annunciano di volersi recare a Myra per prendere le spoglie di San Nicola. I baresi, giunti per primi, trafugano il corpo del Santo ma vengono inseguiti dai miresi. Nel corso del viaggio di ritorno cinque marinai sottraggono alcuni frammenti del Santo Corpo. Si scatena così una violenta tempesta e le acque si placano solo dopo che essi hanno restituito ciò che avevano rubato. Durante una sosta sull’isola di Milo, i sessantadue marinai promettono solennemente di far costruire al loro ritorno a Bari una chiesa per il Santo. L’8 maggio 1087, Digizio, uno dei marinai, annunzia all’abate Elia il prossimo arrivo delle spoglie di S. Nicola. Uscendo dal convento del monaco benedettino, Digizio incontra Anna, la sua futura sposa, il cui pensiero tanto lo aveva tormentato durante il viaggio. Il corpo del Santo giunge a Bari il 9 maggio 1087 e viene affidato all’abate Elia. Intanto arsone, vescovo di Bari, rimasto all’oscuro dell’impresa, si trova a Trani in attesa di potersi imbarcare per la Terra Santa. Ritornato in fretta in città e reso omaggio alle sacre reliquie, impone di riporre le ossa in cattedrale. La situazione degenera e scoppia una sanguinosa guerriglia tra le guardie del vescovo e il popolo capeggiato dai suoi due maggiori esponenti, Alefanto e Caloleo. Durante i combattimenti muoiono due persone: un popolano e una guardia. Non si potevano bagnare le ossa del Santo col sangue di rivoltosi. Così l’abate Elia, convinto dal nobile barese Agralisto, si precipita in episcopio e dopo alcuni momenti di tensione, riesce a convincere il vescovo a sedare gli scontri. “Sia fatta la volontà del popolo, si costruisca la nuova basilica“. Sono queste le parole pronunciate dal vescovo Ursone che esprime in tal modo la volontà di costruire una chiesa come degna sepoltura per il Santo. E’ un episodio molto significativo ed emblematico della storia della Bari medievale, nel quale emerge la figura dell’abate Elia quale grande mediatore tra le opposte fazioni. Ed è di queste ultime settimane la notizia dell’avvio del processo di beatificazione di questo sant’uomo il quale, alla morte di Arsone, divenne arcivescovo di Bari. Nel cast, oltre ad attori non professionisti, c’è una nutrita presenza di attori locali e la partecipazione di attori noti del cinema come Andrea Giordana il quale interpreta San Nicola, Moni Ovaia, che interpreta un monaco benedettino, Massimo Dapporto, nei panni di un faccendiere, e Gabriella Carlucci in quelli di una nobildonna.
( Nella foto la basilica di San Nicola di Bari che dal 1087 custodisce le reliquie del Santo)