“Un tronco d’albero, terra al chiaro di luna: triangolo che arde nel sussurro incompiuto”.
E’ verso tratto dalla poesia “Fanciulli” composta da un giovane Karol Wojtyla.
Più di cento poesie, scritte dal Santo Padre tra l’adolescenza e il 1978, sono raccolte in un volume curato da Monsignor Santino Spartà, giornalista e scrittore, intitolato “L’opera poetica completa di Karol Wojtyla”.
“Il Papa ha sempre scritto – ha detto Mons. Spartà ai microfoni di Radio Padre Pio – da giovane, da vescovo, da cardinale. La sua ultima poesia è stata scritta prima di entrare in conclave, nel settembre del 1978, un poema dedicato al protettore della sua patria: Santo Stefano.”
Dalle sue poesie emerge qualche aspetto particolare?
“Per primo l’aspetto ontologico e poi quello concreto del lavoratore, dell’uomo innamorato della sua patria, e del pellegrino, che itinerante su questa terra, dovrà presentarsi poi davanti al Signore.”
16 ottobre 1978: veniva eletto il cardinale Wojtyla. Monsignor Spartà, che ricordo ha di quel giorno?
“Mi trovavo in Piazza San Pietro, ho seguito l’evento come prete e giornalista, ed ho visto proprio la fumata bianca ed ho detto:finalmente abbiamo il Papa! In precedenza sono stato a Cracovia per intervistare il cardinal Wyszynski e purtroppo non mi fu possibile intervistare quello che poi sarebbe diventato il Papa e questo con mio grande dolore.”