Un cowboy a cavallo nello sfondo, in primo piano la sagoma di un beduino che attraversa il deserto sul suo cammello. Già nelle immagini un’atmosfera di contaminazione, accresciuta ulteriormente dalla scelta delle parole: Metix Film Festival, evento transculturale presentato ieri a Grosseto.
“Un neologismo, metix, che viene dall’incrocio tra il termine meticcio ed il titolo del celebre film Matrix -ha spiegato ai microfoni di Radio Padre Pio la direttrice artistica del festival, Anna Camaiti Hostert– questa parola rappresenta l’incontro tra culture diverse nel contesto del nostro mondo e del nostro tempo, sempre più tecnologizzati. Lo scambio tra le culture e le etnie, oggi, oltre a caratterizzare ormai tutte le società più avanzate, modifica il sentire individuale e collettivo soprattutto in forma di contaminazioni progressive, magari involontarie ma continue.
Grosseto, capoluogo della Maremma, sulle coste del Mediterraneo, una volta terra di confino, oggi sempre più aperta e senza confini, è particolarmente adatta ad ospitare una serie di eventi transculturali sul cinema nomade e sulla emigrazione: quella italoamericana(con il professor Anthony Tamburri) che ha contraddistinto la società italiana del passato, e l’immigrazione araba, specie maghrebina, nel nostro paese(professor Khaled Fouad Allam)”.
Ulteriore singolarità di questo festival, il fatto che si svolgerà nell’arco di un anno e mezzo, attraverso appuntamenti a cadenza trimestrale, fino al settembre 2005.