Famoso, instancabile, zelante, focoso: così gli storici hanno descritto Marco d’Aviano, il frate cappuccino che sarà proclamato beato, domenica prossima, a più di tre secoli dalla morte(1699).
Quattro aggettivi citati, nel programma ‘Mattino dieci’ di Radio Padre Pio, anche da padre Vincenzo Criscuolo, direttore dell’Istituto di Studi Storici dei frati cappuccini, che per lunghi anni ha condotto l’ultima fase del lavoro ricerca necessario a questa causa storica, che di recente ha attirato molta attenzione anche in Italia.
“Bisogna chiarire bene che nonostante qualcuno ne abbia fatto un crociato, un guerriero, o addirittura un guerrafondaio –ha spiegato lo storico cappuccino- Marco d’Aviano condusse una vita in cui l’assistenza spirituale agli eserciti era un fatto marginale: solo per sei anni, e solo per i mesi estivi. Certo, la battaglia di Vienna(12 settembre 1683) fa notizia: l’impero ottomano, che con duecentomila armati assediava la città dal 14 luglio, venne sconfitto anche grazie alla capacità del nostro predicatore, che spronava i settantamila soldati cristiani(soprattutto asburgici e polacchi, guidati da Giovanni Sobieski)all’unità e alla coesione. Marco d’Aviano però non mise mai piede nel campo di battaglia: nelle ore decisive della liberazione, si trovava in una cappellina sul Kahlenberg, a pregare.”
Dopo aver citato molti celebri casi in cui il frate friulano fu mediatore ed operatore di pace(uno di essi riguarda anche ottocento turchi ai quali a Belgrado venne risparmiata la vita grazie al suo intervento) Padre Vincenzo ha concluso augurandosi che l’opera di Marco d’Aviano, salvatore dell’Europa, propizi la salvaguardia dell’identità cristiana nella Carta Costituzionale che presto costituirà un nuovo fondamento per la civiltà del Vecchio Continente.
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