Domenica 27 aprile, insieme a quella di Giacomo Alberione, Marco D’Aviano, Maria Cristina Brando, Maria Domenica Mantovani e Giulia Salzano, il Santo Padre, Giovanni Paolo II, celebrerà in Piazza San Pietro la Beatificazione di Madre Eugenia Ravasco, Fondatrice delle Figlie dei sacri Cuori di Gesù e di Maria.
“Il miracolo che ha portato alla Beatificazione di Madre Eugenio Ravasco è avvenuto a Cochabamba ( Bolivia) il primo gennaio 1997- ha dichiarato Suor Miranda Ruscitti, postulatrice della Causa di Beatificazione, ai microfoni di Tele Radio Padre Pio nel corso del programma << Di Terra e Di Cielo >> – e ha restituito la possibilità di camminare e di vivere ad una bambina paralizzata e gravemente malata. Eilen Jemérez Cardozo, all’età di tre anni, manifesta i primi sintomi di una malattia che si rivela devastante e invalidante
a causa di una paralisi “hipokalemica”.Quando i suoi genitori si rivolgono a suor Dominga Fontana della comunità delle suore Ravasco di Cochabamba, dove si opera a favore dei poveri e della gioventù come desiderava Madre Eugenia Ravasco, la bimba viene accolta come un regalo che Dio manda.Il 21 febbraio è per Eilen il primo giorno di scuola e Suor Dominga la mette a cavalcioni del busto della fondatrice, situato all’ingresso dell’istituto, invitando tutti a pregare per la sua guarigione.Ma l’11 agosto del 96 Eilen si aggrava e la mamma si rivolge alla Clinica Belga dove, dopo settimane di accertamenti, la diagnosi non lascia molte speranze: le sue ossa sono fragili come cristallo.Tutti i medici della clinica prendono a cuore il caso di Eilen e con la fisioterapia riescono a farle recuperare un po’ di forza muscolare che le consente a dicembre di andare “a gattoni”. Si avvicinano le festività natalizie e il papà, che lavora lontano nelle miniere, può passare un breve periodo con la sua bambina. Non appena riprende il suo lavoro, un sogno, in cui vede Eilen andare verso la mamma in un bellissimo giardino fiorito movendosi come un angelo, suscita in lui la paura di doverla perdere per sempre. Ma il primo gennaio, mentre la mamma sta preparando il cioccolato, come si usa in Bolivia, succede una cosa bellissima. Eilen dice di aver parlato con Gesù, di avergli confidato che le piacerebbe correre e giocare con i suoi amichetti e che Gesù le ha risposto: “Senza paura, va, cammina!”. Dopo il racconto la bambina si mette in piedi decisa ad andare dal nonno nell’abitazione accanto. Sicura di sè comincia a muovere i primi passi da sola e raggiunge il nonno chiedendogli la “Barbie” che le aveva promesso. L’uomo, pieno di gioia e di stupore, ringrazia Dio e Madre Eugenia Ravasco. Da quel momento Eilen non smetterà più di camminare. I medici non riescono a spiegare scientificamente la guarigione: ciò che non è umanamente possibile, Dio lo compie se noi lo chiediamo con fede”.
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