Nel suo trattato De Monarchia, il sommo poeta Dante Alighieri definisce l’evangelista Luca come “Scriba della mansuetudine di Cristo” poiché mette in risalto i gesti di profonda commozione e misericordia di Gesù, infatti è incastonato in questo vangelo il triplice gioiello del cap15, con la narrazione delle parabole della pecorella e della moneta smarrite e del padre misericordioso che attende il figlio prodigo e peccatore. Discepolo di Paolo, citato in alcune sue lettere (Col 4,14; Fm 24; 2 Tm 4,11) e definito “caro medico”, Luca è un cristiano proveniente dal paganesimo e scrive il Vangelo e gli Atti degli Apostoli per una comunità di pagani convertiti, che sono simboleggiati dal destinatario della sua opera, Teofilo, reale o ideale, ma religiosamente in ricerca. Lo schema del racconto è caratterizzato inoltre dai primi due capitoli, definiti Vangeli dell’Infanzia, che presentano la vocazione di Maria e la nascita di Gesù con i mirabili inni di Zaccaria e della Vergine che sono diventate le preghiere quotidiane della Chiesa. Il filo conduttore del Vangelo è il cammino verso Gerusalemme, che inizia in 9, 51, con la ferma volontà di Gesù di obbedire al Padre fino al sacrificio della Croce e termina in 19, 27, con l’ingresso trionfale nella Città Santa, preludio alla sua Passione, Morte e Risurrezione. La benevolenza verso i pagani, la bontà accogliente verso i peccatori e la predilezione verso i poveri e i piccoli sono gli altri aspetti che presentano la figura di Gesù Cristo come rivelazione del volto di Dio.
Come è nata la devozione di Papa Francesco per Padre Pio?
Nel 1928, fu il cappuccino ligure, padre Antonio Durante (morto in concetto di santità nel 1970), a portare, in Argentina,...