A sedici anni dalla ratifica della Convenzione delle Nazioni Unite contro la tortura, l’Italia aspetta ancora la legge che traduca in norme vigenti quell’impegno.
Per questo, alla vigilia dell’incontro americano tra Berlusconi e Bush(che precede a sua volta il viaggio del presidente degli Stati Uniti in Italia, il 4 giugno prossimo), il presidente della sezione italiana di Amnesty International chiede un formale impegno ai parlamentari.
“Apprezziamo l’intenzione del premier di chiedere al presidente Bush pene esemplari per i responsabili delle torture praticate nel carcere iracheno di Abu Ghraib –ha dichiarato oggi Marco Bertotto- ma tale richiesta avrebbe più forza se provenisse dal Governo di un paese le cui leggi prevedono punizioni severe per atti di questo genere.
Purtroppo questo paese non è l’Italia, dal momento che a sedici anni di distanza dalla ratifica della Convenzione delle Nazioni Unite contro la tortura, non abbiamo ancora adeguato le nostre leggi introducendo il reato di tortura”.
Poche settimane fa, quando si era vicini a farlo, lo sforzo è stato compromesso dall’approvazione di un emendamento(proposto dalle Lega), sulla ‘reiterazione’, con il quale le sanzioni scatterebbero solo dalla seconda volta in poi.
In pratica, un’impunità che per Amnesty(e per molte forze politiche) è “assolutamente inaccettabile. Dopo il dibattito e le polemiche di questi giorni sulle torture in Iraq, è necessario e urgente che il Parlamento lanci un chiaro segnale di contrarietà alla tortura, ripartendo da un testo pienamente conforme alla Convenzione Onu”.