Un bambino che nasce e che rinasce il giorno dopo. È la singolare, se non unica, storia di Francesco Paolo, in cui si intrecciano elementi di scienza e di fede, che verrà raccontata dai suoi genitori il giorno di Natale, alle ore 9,30 su Padre Pio Tv. Due ore dopo la nascita, avvenuta con parto naturale e regolare presso Casa Sollievo della Sofferenza, il neonato dà i primi segni di progressivo sopore accompagnati da crisi epilettiche, a cui è seguito uno stato di coma. I neonatologi, constatata una diffusa emorragia cerebrale in zona frontale, parietale e temporale destra (che poi si scoprirà essere stata originata da un angioma formato da minuscoli vasi), affidano il caso ai colleghi della neurochirurgia. Il primario, prof. Vincenzo D’Angelo, dopo aver riscontrato che non è stato mai documentato nella letteratura medica del settore un caso di intervento su un neonato di appena un giorno, ha spiegato la situazione ai genitori. La coppia, dinanzi all’alternativa di una morte certa del loro primogenito, esprime con determinazione il consenso alla terapia chirurgica.
Così, il 17 gennaio 2012, Francesco Paolo viene sottoposto a un delicatissimo e lungo intervento. Ciò nonostante il prof. D’Angelo, assistito con particolare attenzione da un’equipe composta da neurochirurghi, anestesisti e neonatologi, riesce a rimuovere tutta la massa emorragica e ad asportare integralmente l’angioma, come confermerà un’arteriografia postoperatoria, eseguita con grande prudenza dai radiologi interventisti insieme ai chirurghi vascolari, dopo aver reperito con difficoltà un micro catetere specifico per neonati.
A distanza di quasi un anno il bambino (che sarà presente in trasmissione insieme ai genitori) sta bene e non mostra alcun segno neurologico del travaglio vissuto nelle sue prime ore di vita extrauterina. «Cresce, dal punto di vista neurologico in maniera normale – afferma il prof. D’Angelo sulla base della sua quarantennale esperienza di neurochirurgo – non ha quei deficit che avremmo trovato in un adulto; il bambino avrebbe dovuto avere un’emiparesi sinistra, come minimo». Quindi, riferendosi anche all’esperienza precedente di un intervento da lui eseguito su altro bambino di otto mesi, il primario della Neurochirurgia di Casa Sollievo della Sofferenza lancia un messaggio ai suoi colleghi medici e, in particolare, a quelli credenti: «Nei bambini osate di più. È vero che sono più fragili, ma è altrettanto vero che hanno una capacità di recupero notevole, che non ha l’adulto».