“Provate a chiudere gli occhi per un attimo e immaginate di non poter più parlare, e nemmeno muovere le gambe. Siete sdraiati su un letto d’ospedale e sentite accanto a voi i vostri familiari che parlano. Vorreste rispondere, ma una mano invisibile vi tappa la bocca. Vorreste fare un cenno per far capire che ci siete, ma catene invisibili vi tengono legati al letto” (dal libro Con gli occhi sbarrati, Airone Editrice Roma).
È l’esperienza sofferente e silenziosa di Salvatore Crisafulli, 44 anni, papà di 4 figli e tanta voglia di vivere. È il fratello Pietro a raccontare la sua storia ai microfoni di Tele padre Pio. Voce rotta dall’emozione, voce di chi ancora non si dà per vinto perché è Salvatore stesso che trasmette la forza per non mollare.
La sua storia è un’odissea infinita! Ha vissuto in questo stato per oltre un anno e mezzo, dopo un’incidente in motorino. La maggior parte dei medici, che lo visitavano, diagnosticava uno stato vegetativo permanente e i suoi gesti, i suoi tentativi di dimostrare che c’era, erano solo movimenti involontari. Ma i famigliari non erano soddisfatti delle cure e non si arresero alla diagnosi spietata. Poi la svolta: ricoverato all’ospedale “San Donato” di Arezzo viene riconosciuto “consapevole”! Salvatore può, finalmente, comunicare i suoi pensieri attraverso un computer: aiutato da appositi sensori, scrive con gli occhi. E da quel momento ha iniziato a scrivere la sua storia con gli occhi, ad affidare allo schermo le sue sensazioni e i suoi sentimenti! Farlo non è stato facile. Scrivere anche la più semplice delle parole richiede a Salvatore uno sforzo tremendo e tanto tempo prima che riesca a scrivere una frase di senso compiuto. Per lui, e per tutti quelli che vivono come lui, nasce a Catania l’associazione “Sicilia Risvegli Onlus” dedicata a lui.
“Io, ci sono”, è lo slogan, ma anche la voce che affoga nella gola, la voce di chi non può urlare. Quelle parole che spesso nessuno vorrebbe sentire, ma che dimostrano che quei corpi immobili hanno una vita. Portano dentro sogni e pensieri, provano felicità perchè sono ancora in relazione con il mondo, ma anche sofferenza per la mancanza di ascolto.
Pietro non è stanco, così come tutta la famiglia. Corrono dietro al tempo per dare una chance in più a Salvatore. Questa speranza arriva da Israele, dove è possibile un tipo di cure che potrebbero essere di grande aiuto. L’ostacolo più grande è rappresentato dall’altissimo costo del trattamento: 60mila euro per tre cicli di durata annuale. È proprio per questo che Salvatore Crisafulli, assieme al fratello Pietro e a tutta la famiglia, si sta appellando al buon cuore degli italiani, attraverso la campagna raccolta fondi “Vivere non vegetare, una chance per Salvatore”.