“Quando si parla di pace si pensa sempre e solo alla guerra in Iraq e alle armi.Ma la violenza è del sistema economico che ammazza e uccide trenta – quaranta milioni di persone all’anno. Quindi è una vera guerra che uccide ed è questa la guerra che noi combattiamo”.
E’ l’autorevole opinione di un profondo conoscitore di meccanismi che scatenano le guerre o che possono dischiudere la pace: Alex Zanotelli.
Padre Alex Zanotelli, missionario comboniano, ha saputo prendere posizioni precise e imporsi all’opinione pubblica italiana, affrontando i tem del commercio delle armi, della cooperazione allo sviluppo. E’ stato anche tra i fondatori del movimento “Beati i costruttori di pace” con cui ha condotto molte battaglie in nome della cultura della mondialità e per i diritti dei popoli. Negli ultimi anni, il lavoro missionario di Zanotelli si è svolto a Korogocho, una delle baraccopoli che attorniano Nairobi, la capitale del Kenya, promovendo la diffusione del Commercio Equo e Solidale.
Nel corso del programma “Di Terra e di cielo” nella rubrica dedicata al Commercio Equo e Solidale, abbiamo avuto la possibilità di ascoltare la testimonianza che Padre Alex ha voluto donare a tutti i radioascoltatori di Tele Radio Padre Pio.
“Ritengo che il commercio equo e solidale – ha dichiarato Padre Alex – è uno degli strumenti importanti di resistenza contro il sistema attuale che schiaccia e che uccide. La mia preoccupazione è che il commercio equo e solidale si lascia schiacciare dal sistema…e spero che resti fedele ai suoi principi… Il pericolo in questo sistema è che anche le cose belle come il commercio equo e solidale possono essere rovinate dal sistema. Sono convinto che il commercio equo deve essere prima di tutto un luogo in cui delle persone o delle famiglie si aggregano insieme. E’ importante formare delle comunità, ritrovarsi insieme, condividere le proprie esperienze… Dietro ogni bottega devono esserci delle famiglie che si ritrovano per fare esperienze…ma soprattutto che siano coscienti del fatto che la bottega del commercio equo e solidale è uno strumento politico di resistenza. Se perdiamo questa dimensione politica del commercio, perdiamo tutto. La tentazione grossa, oggi, è di vendere più prodotti. Non è che vendendo più prodotti riusciamo a risolvere i problemi del Sud del Mondo…ma se diamo più informazione e solo se riusciremo a portare una testimonianza concreta saremmo in grado di dare una speranza vera”.
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