Nella chiesa della Natività di Betlemme vi è una lampada che arde da molti secoli, alimentata dall’olio donato a turno da tutti i paesi cristiani del mondo. E’ simbolo di fratellanza, amicizia, carità e speranza tra i popoli.
Ogni anno a dicembre da quella fiamma ne vengono accese altre e sparse in tutto il mondo come simbolo di pace e fraternità tra le nazioni.
Domenica 13 dicembre la luce di Betlemme è arrivata a “Casa Sollievo della Sofferenza”, l’Opera della Provvidenza di Padre Pio.

Ambasciatori della consegna i responsabili Scout della zona Daunia con gli scout di San Giovanni Rotondo in rappresentanza di tutti i gruppi della zona, che hanno scelto di portare la luce «nei luoghi della sofferenza, agli emarginati e quest’anno in particolare ai malati di Covid e a tutti gli operatori sanitari impegnati in prima linea nella lotta al virus» come hanno detto nel loro intervento i due responsabili Rachele ed Alessandro.

Ad accogliere la luce di Betlemme padre Franco Moscone, arcivescovo della diocesi di Manfredonia-Vieste e San Giovanni Rotondo e presidente della Fondazione Casa Sollievo della Sofferenza e padre Timoteo D’Addario, uno dei cappellani dell’ospedale che si è detto felice di questo gesto degli scout di cui, ha rivelato, «…sono stato assistente ecclesiastico per oltre 20 anni».
«La pace è frutto di operatività dell’anima e del cuore – ha spiegato nel suo intervento padre Franco – ed è bello che gli scout abbiano compiuto questo gesto come costruttori di pace, secondo la beatitudine del Vangelo. E’ significativo che sia avvenuto qui in Casa Sollievo della Sofferenza, a pochi giorni da questo Natale insolito ma per molti aspetti molto più simile all’originale. Con meno luci, è vero. Ma l’importante è che ci sia la luce vera che è il Signore, con la sua luce che è la pace».