Ogni prima domenica di febbraio il pensiero torna a quel 19 maggio 1978 in cui fu definitivamente approvata la legge sull’aborto. La Chiesa italiana istituì immediatamente la Giornata per la vita e proclamò che non si rassegnava.
Che significa “non rassegnarsi”?
“Non rassegnarsi – ha dichiarato Gianni Mussini, Vicepresidente nazionale del movimento per la vita ai microfoni di Radio Padre Pio – significa amare la vita. Con grande umiltà, nella consapevolezza dei propri limiti, sussurrando più che gridando, i Centri e i movimenti per la vita dicono all’intero popolo della vita che è possibile salvare la vita dei bambini ponendosi accanto e non contro le madri in difficoltà per una gravidanza difficile o non desiderata ”.
Il 1° febbraio si celebra la 26° Giornata nazionale per la vita. Il tema,scelto dal Consiglio permanente della Conferenza Episcopale Italiana, ci invita a guardare al futuro con speranza:Senza figli non c’è futuro!
“ E’ ora di alzarci in piedi con coraggio e speranza .- conclude Gianni Mussini – Mancano bambini, ma prima ancora manca il desiderio di essere padri e madri. Colpa della mancanza di una politica per la famiglia seria e coraggiosa.
Da qui deriva un appello, un invito e, se vogliamo, una sfida : concretizzare ciò che il Papa in più occasioni ha ricordato :la famiglia deve essere il prisma attraverso cui guardare l’intera società.
Noi siamo fermamente convinti che difendendo la famiglia si offre il migliore aiuto possibile allo sviluppo della società. Un figlio è il frutto di un incontro tra un uomo e una donna uniti da un progetto comune:la famiglia! Vogliamo celebrare questa giornata della vita pronti a fare la nostra parte e decisi a fare della famiglia la protagonista del futuro”.