La comunità internazionale sta seguendo con apprensione la drammatica vicenda dei profughi eritrei, da numerose settimane, ostaggi di un gruppo di predatori, in una zona nel deserto del Sinai, al confine tra Egitto e Israele. Si erano consegnati ai trafficanti per duemila dollari pur di arrivare nel territorio israeliano: i sequestratori ne chiedono ora il quadruplo. I profughi si sono trasformati così in ostaggi. Le loro condizioni di salute diventano sempre più gravi e tra loro anche bambini e donne in gravidanza.
Don Mussie Zerai, sacerdote eritreo e direttore dell’agenzia Habeshia*, questa mattina è stato ospite telefonico del programma “Di Giorno in giorno” e dai nostri microfoni ha lanciato un accorato appello, affinché «la stessa comunità internazionale e in particolare l’Europa, faccia presto qualcosa di concreto e restituisca a queste persone la libertà».
«Una delle donne incinta sta molto male, dopo essere stata picchiata dai trafficanti – ha riferito don Mussie – tutto ciò accade e nessuno sta facendo nulla per debellare questa piaga, non si vede nessun risultato, tranne la liberazione degli ostaggi che hanno pagato il riscatto».
Don Mussie ha detto chiaramente che occorre un progetto di accoglienza per i profughi, che serve una soluzione che dia sicurezza a chi fugge per cercare protezione, liberta e pace.
*L’Agenzia Habeshia per la Cooperazione allo Sviluppo (AHCS) è stata istituita il 31.03.2006 con l’obiettivo di svolgere attività di volontariato esclusivamente per fini di solidarietà in favore di richiedenti asilo, rifugiati, beneficiari di protezione umanitaria presenti in Italia, senza scopo di lucro e di remunerazione. Ha sede a Roma.