“Con tutto il rispetto per l’attuale presidente degli Stati Uniti, la statura politica ed intellettuale di George W. Bush e quella di John Fitzgerald Kennedy non sono neppure paragonabili.
Kennedy è stato uno dei più grandi presidenti del Ventesimo secolo; solo Roosevelt e Wilson lo hanno superato.
Inoltre, il democratico Kennedy, anche in momenti gravi e difficili, ha saputo resistere alle richieste di reazioni drastiche, ed ha sempre preferito il compromesso”.
A quarant’anni dalla morte di JFK, ucciso a Dallas il 22 novembre 1963, il professor Leopoldo Nuti, docente di Storia delle Relazioni Internazionali e collaboratore dell’Istituto Alfred Nobel di Oslo, interviene nel programma di Radio Padre Pio Oggi per voi ricordando il clima politico e diplomatico internazionale dell’età kennedyana, dopo aver ricostruito, in un convegno alla Camera dei Deputati, la storia del rapporto tra l’amministrazione statunitense ed il governo italiano di quegli anni, tema del volume Gli Stati Uniti e l’apertura a sinistra, edito da Laterza.
“Molti oggi paragonano la situazione degli Stati Uniti di oggi a quella di allora, ricordando la grave crisi dei missili di Cuba, ma anche il progetto di ‘esportare la democrazia’, idea certamente non nuova per l’America, ma io ritengo che sia davvero forzato fare un parallelo tra queste due età.
Di certo il tragico, traumatico assassinio di Kennedy, con il suo lascito di ombre, ha spezzato per sempre un sogno che stava diventando realtà”.