Il Messaggio che il Papa rivolgerà al Mondo, all’inizio del nuovo anno, in occasione della 57ma Giornata Mondiale della Pace, è focalizzato su un tema di estrema attualità: “Intelligenza artificiale e pace”.
Cos’è l’intelligenza artificiale (artificial intelligence, A.I.)? Nell’immaginario collettivo l’A.I. richiama alla mente robot con fattezze umane che pensano, parlano ed agiscono autonomamente come persone. Se forse questo potrà essere un suo possibile sviluppo futuro, rimanendo allo stato delle conoscenze attuali e seguendo l’insegnamento del Santo Padre, l’A.I. è piuttosto da considerare “una varietà di scienze, teorie e tecniche volte a far sì che le macchine riproducano o imitino, nel loro funzionamento, le capacità cognitive degli esseri umani. Parlare al plurale di “forme di intelligenza” può aiutare a sottolineare il divario incolmabile che esiste tra questi sistemi […] e la persona umana: essi sono, in ultima analisi, “frammentari”, nel senso che possono solo imitare o riprodurre alcune funzioni dell’intelligenza umana”.
La Chiesa vede con favore i progressi della scienza e della tecnica, soprattutto quelli dell’informatica e della A.I. perché potrebbero contribuire in maniera significativa a migliorare la vita degli individui e della società, favorendo la stabilità internazionale e promuovendo la pace tra i popoli. Ma questo link tra A.I. e pace, – ammonisce Papa Francesco – sarà possibile soltanto se coniugato con i principi dell’etica cristiana ovvero se il lavoro di tutti coloro che, a vario titolo, sono coinvolti nello sviluppo dell’A.I. (ricercatori, aziende, istituzioni, ecc.) sarà rivolto al “miglioramento della qualità di vita di tutta l’umanità”. In particolare è – per il Papa – un grave motivo di preoccupazione etica l’utilizzo bellico dell’intelligenza artificiale. Sono ancora negli occhi di tutti le immagini dei droni che, lanciati con il loro carico di morte su obiettivi “strategici” militari, stanno procurando nella guerra in Ucraina devastazioni orrende sulla popolazione civile senza risparmiare donne, vecchi e bambini. La guerra non ha mai giustificazioni etiche e i progressi della tecnologia informatica non dovrebbero mai essere utilizzati a fini bellici. Non può infatti definirsi “intelligente” un sistema d’arma che procura morte annientando il diritto alla vita di altri esseri umani.
“In un’ottica più positiva – continua ancora il Santo Padre – se l’A.I. fosse utilizzata per promuovere lo sviluppo umano integrale, potrebbe introdurre importanti innovazioni nell’agricoltura, nell’istruzione e nella cultura, un miglioramento del livello di vita di intere nazioni e popoli, la crescita della fraternità umana e dell’amicizia sociale. In definitiva, il modo in cui la utilizziamo per includere gli ultimi, cioè i fratelli e le sorelle più deboli e bisognosi, è la misura rivelatrice della nostra umanità”. Francesco auspica “uno sviluppo etico degli algoritmi – l’algoretica –, in cui siano i valori a orientare i percorsi delle nuove tecnologie. Le questioni etiche dovrebbero essere tenute in considerazione fin dall’inizio della ricerca, così come nelle fasi di sperimentazione, progettazione, produzione, distribuzione e commercializzazione”.
Che l’algoretica sia da promuovere non solo a livello scientifico ma anche a livello politico-istituzionale lo dimostra il lungo lavoro svolto dalla Commissione, dal Consiglio e dal Parlamento Europeo culminato con l’approvazione, il 9 dicembre scorso, dell’EU A.I. Act, la normativa con cui verrà regolamentata l’A.I. in Europa. Questa legge, il cui testo definitivo sarà votato dagli organismi europei entro due anni, assicura che i diritti e le libertà saranno al centro dello sviluppo dell’A.I., garantendo un bilanciamento tra innovazione e protezione. Le aziende che producono A.I. dovranno essere in grado di dimostrare che il modo in cui sono arrivati a sviluppare la tecnologia non leda i diritti fondamentali delle persone. Purtroppo, l’EU A.I. Act non potrà essere applicato sui “sistemi utilizzati esclusivamente per scopi militari o di difesa” significando che tale materia non rientra nell’ambito legislativo delle istituzioni europee. La mancanza di ogni riferimento ai sistemi di arma intelligenti è un punto debole di questa proposta legislativa probabilmente ignorata sotto la spinta delle lobby dei militari e dei produttori d’armi.
Ed è in questo ambito che il Messaggio del Papa assurge a livello universale quando Francesco afferma che “la mia preghiera all’inizio del nuovo anno è che il rapido sviluppo di forme di intelligenza artificiale non accresca le troppe disuguaglianze e ingiustizie già presenti nel mondo, ma contribuisca a porre fine a guerre e conflitti e ad alleviare molte forme di sofferenza che affliggono la famiglia umana”.
Con questo spirito, esprimendo il proprio sostegno al Messaggio di Papa Francesco, la Comunità di Sant’Egidio invita tutti a cominciare il nuovo anno facendo memoria di tutte le terre che nel Nord e nel Sud del mondo attendono la fine della guerra e del terrorismo, a partire dal doloroso conflitto ancora aperto in Ucraina e da quello tra Israele e Hamas, che ha segnato gli ultimi mesi di quest’anno. L’appuntamento è a Roma alle 11.00 in piazza San Pietro dove si terrà la manifestazione “Pace in tutte le terre”. In attesa dell’Angelus, saranno esposti cartelli con i nomi di paesi e regioni del mondo dove sono ancora in corso conflitti e violenze diffuse. L’iniziativa sarà attuata in numerose altre città di tutti i continenti con marce e veglie di preghiera perché – come ribadito dal Messaggio Papale – “il progresso della scienza e dell’intelligenza artificiale non servano per costruire armamenti sempre più micidiali ma, al contrario, favoriscano “un miglioramento del livello di vita di intere nazioni”.