«Far risuonare nel nostro cuore la ricchezza e l’abbondanza degli insegnamenti che in oltre 26 anni di pontificato Giovanni Paolo II ha donato a tutta la chiesa».
Con queste parole S. Ecc. mons. Domenico Umberto d’Ambrosio ha inaugurato, martedì 14 agosto la mostra museo su Giovanni Paolo II, ideata e realizzata dai frati cappuccini, in occasione del ventennale della visita pastorale del Pontefice a San Giovanni Rotondo e al convento di Padre Pio.
Era il 23 maggio del 1987 quando Papa Woityla giungeva nella città garganica che custodisce le spoglie del Santo Cappuccino: una giornata ricca di emozioni e ricordi ancora vivi come ha ricordato lo stesso Arcivescovo.
«Ricordo che quel giorno il primo incontro con il Santo Padre fu all’aeroporto di Amendola, ho partecipato alla celebrazione al parco e poi a Casa Sollievo della Sofferenza. Il ricordo più bello è stato la mattina del 24 maggio quando il Papa mi ricevette in udienza con la mia vecchia madre alle 6.30 del mattino. Ricordo che ci parlò della famiglia, della santità della famiglia, della bellezza di questo dono. E a distanza di due anni da quel giorno, all’indomani della mia ordinazione episcopale nella basilica di San Pietro, Giovanni Paolo II mi ricevette in udienza con i miei familiari e guardando mia madre disse “Mi sembra di averla già incontrata” ed io dissi “Sì, a San Giovanni Rotondo” e lui mi rispose “Ricordo”».
Il percorso espositivo suddiviso in due sale e allestito nel foyer della nuova chiesa di San Pio fino al 20 ottobre prossimo, si presenta semplice e lineare: alcune suggestive immagini della visita a San Giovanni Rotondo del compianto Pontefice, proiettate in un plasma, accolgono il visitatore.
Nel primo spazio espositivo si possono vedere il reliquiario contenente alcune escare di sangue delle stimmate di Padre Pio donato al Santo Padre dai frati cappuccini durante la Messa di beatificazione il 2 maggio del 1999; l’ostensorio che il Papa ha donato ai frati in occasione della dedicazione della nuova chiesa intitolata a S. Pio da Pietrelcina; la casula e la mitria utilizzate da Papa Woityla per la celebrazione del 23 maggio del 1987 a San Giovanni Rotondo; quelle indossate dal Santo Padre per la messa di beatificazione e canonizzazione di Padre Pio e concesse eccezionalmente per l’evento dall’ufficio celebrazioni liturgiche pontificie; e infine una casula indossata molte volte da Giovanni Paolo II durante i suoi soggiorni a Castel Gandolfo, e donata ai frati dal cardinale Stanislao Dziwisz, arcivescovo di Cracovia, che ne ha firmato l’autentica; e quasi a voler sottolineare visivamente il forte legame tra Karol Woityla e Padre Pio da Pietrelcina l’esposizione di numerose foto relative alla sua visita apostolica nel 1987, alla precedente visita da cardinale nel 1974 e alle celebrazioni della beatificazione e della canonizzazione e alcuni pannelli che riportano le frasi più espressive scritte e pronunciate da Papa Woityla su Padre Pio.
Ma il pezzo più prezioso della mostra è una lettera, scritta in polacco e in italiano e indirizzata al guardiano dell’epoca del convento di San Giovanni Rotondo, nella quale Giovanni Paolo II ricordava quell’unico incontro personale avuto con Padre Pio nell’aprile del 1948.
Nel secondo spazio espositivo il visitatore potrà ammirare una statua che raffigura Giovanni Paolo II, molto apprezzata e fotografata dai numerosi pellegrini presenti all’inaugurazione. Realizzata nei laboratori londinesi Gems Studio, la riproduzione di cera del Pontefice, posta davanti ad una gigantografia della Basilica di San Pietro e Roma, accompagna il visitatore alla conclusione di una esposizione che senza dubbio avrà suscitato emozioni intense e sincere.