Fin dalle origini della Chiesa, i cristiani hanno tributato una venerazione devota a Maria, la Madre del Signore, Colei che aveva generato il suo Creatore, che lo aveva nutrito ed educato da bambino e lo aveva seguito come discepola fedele fin sotto la croce, confidando, in attesa silenziosa anche per i vangeli, che non la citano, nella Resurrezione gloriosa. È lei l’immagine della Chiesa che tiene uniti i suoi figli in preghiera nel cenacolo. I padri della chiesa l’hanno definita la Panaghia, cioè la Tutta Santa, come è ancora invocata nella chiesa orientale; il concilio di Efeso nel 431 l’ha proclamata Theotokos, la Madre di Dio, dichiarandone la maternità divina e la sua perpetua verginità, “prima, durante e dopo il parto”, dogma ribadito nel concilio di Costantinopoli II nel 553. Solo nel 1854, Pio IX, con la bolla Ineffabilis Deus ha dichiarato come dogma e verità di fede l’Immacolata Concezione di Maria: Dio nella sua immensa bontà l’ha preservata dal peccato originale, unica creatura purissima già nel momento del suo concepimento umano nel grembo della madre Anna; ma anche purissima nella vita, senza commettere mai peccato, né mortale né veniale. Questo privilegio nasce dal desiderio di Dio di scegliersi un corpo santo per l’Incarnazione di suo Figlio. Nel corso dei secoli però si è sviluppata una disputa tra teologi, sorta nel medioevo: alcuni, tra cui Anselmo di Canterbury, vissuto intorno all’anno 1000, sostenevano che Maria fosse stata concepita con il peccato, ma venne redenta in anticipo, prima della nascita di Gesù, affermando che la redenzione è stata donata a tutti l’umanità anche in riferimento alla Madre. Il teologo francescano Giovanni Duns Scoto alla fine del ‘200, invece affermò la redenzione preventiva di Maria, che non fu concepita nel peccato originale e poi redenta, ma fu concepita senza peccato originale. Maria non fu un’eccezione all’opera redentrice della grazia di Cristo, ma fu la conseguenza più perfetta dell’azione salvifica del Redentore. Le questioni continuarono anche in modo aspro nei secoli seguenti, fino a quando Pio IX non vi pose fine, dopo aver valutato il parere favorevole dei vescovi. A sancire la verità del dogma fu la stessa Maria, che nella sedicesima apparizione, il 25 marzo del 1858, a Bernadette Soubirous che le chiedeva il nome, rispose in dialetto guascone, l’unica lingua che la piccola comprendeva: “ Io sono l’Immacolata Concezione”.