La croce di Cristo si potrebbe dire essere adesso un oltraggio per i moderni, le cui coscienze si sentono turbate da questo sguardo che il crocifisso volge verso di loro. Non è un simbolo solamente per i cristiani ma lo è anche per i non credenti. L’immagine di un uomo che soffre e si sacrifica per tutta l’umanità ha una valenza chiaramente culturale, mentre invece se fosse una valenza prettamente confessionale non avrebbe motivo di esserci. Il crocifisso rimane una fonte inesauribile di valori e ideali per i giovani che ormai si nutrono prevalentemente di miti quali veline e calciatori. Si può pensare che il problema del crocifisso nelle aule nasca dal fatto che il nostro paese è diventato multietnico, ma questo suo pluralismo deve essere considerato una ricchezza, giovando il paese grazie a confronti e dialogo tra le varie differenze idealistiche.
Ormai l’orientamento verso l’orientalismo, passi il gioco di parole (seguire il buddismo, l’islam sembra essere diventata una moda) non và ritenuto convenzionale, proprio grazie alla predisposizione che i giovani hanno nei confronti della conoscenza; certo, non fanno altro che scegliere ciò che rende la loro spiritualità meno difficoltosa e quindi evitare ciò che la rende tale, ma riescono a porsi domande che sappiano stimolare i loro processi cognitivi.
Nelle scuole è fondamentale un crocifisso che aiuti a guardare gli altri in un mondo in cui si porta avanti se stessi e dove non deve far paura un amore totale.