La trasmissione pomeridiana “Un senso un Traguardo” di lunedì 27 dicembre si è aperta con la meditazione di Padre Pio sul “Natale di Gesù”. Si tratta di una meditazione che si trova in appendice nel volume quarto dell’Epistolario di san Pio. Meditazione che ha una storia tutta particolare. Nell’agosto 1945, trovandosi nel convento di San Giovanni Rotondo, padre Ezechia Cardone chiese a Padre Pio un po’ di carta per scrivere i suoi appunti. Il santo di Pietrelcina gli diede un quaderno di 160 fogli, di cui soltanto le prime 50 pagine erano scritte. Tra le diverse meditazioni vi era anche quella sul Natale che il francescano pubblicò in un opuscoletto “Tempo Natalizio”. Quando chiese l’autorizzazione a Padre Pio, si sentì rispondere da questi «quelle cose le ho scritte solo per me». Alla osservazione che avrebbero prodotto del bene alle anime, il Santo di Pietrelcina, sorridendo, rispose: «Quando è così, Bonum est diffusivum sui», il bene è per sua natura. Padre Pio in questa meditazione dopo aver narrato brevemente la nascita di Gesù, esclama «quali e quanti non sono, o cristiani, gl’insegnamenti che si partono dalla grotta di Betlemme!».
Il primo insegnamento è l’amore. Infatti Padre Pio scrive: «oh come deve sentirsi acceso il cuore di amore per colui che tutto tenerezza si è fatto per noi… udiamo una voce, intravediamo una sublime verità: tutto questo l’hai fatto per amore, e non c’inviti che all’amore, non ci parli che di amore, non ci dai che prove di amore».
Il secondo insegnamento è una conseguenza del primo: lo slancio apostolico per portare tutti e tutto al Dio umanato: «oh come dovremmo ardere del desiderio di condurre il mondo tutto a quest’umile grotta, asilo del re dei re, più grande di ogni reggia umana, perché trono e dimora di Dio!».
Il terzo insegnamento riguarda la virtù dell’umiltà: «chiediamo a questo divin Bambino di rivestirci d’umiltà, perché solo con questa virtù possiamo gustare questo mistero ripieno di divine tenerezze».
Ultimo insegnamento è la sofferenza: «Il celeste Bambino soffre e vagisce nel presepe per rendere a noi amabile, meritoria e ricercata la sofferenza».
Fr. Gerardo di Flumeri, per molti anni direttore di "Voce di Padre Pio", in un editoriale del mese di dicembre degli anni novanta, commentando questa meditazione scrisse che qui «sono contenute le coordinate essenziali della spiritualità di Padre Pio: amore e dolore. Seguono due virtù, slancio apostolico e umiltà, che non possono mancare in un’anima innamorata di Dio».
In morte di Papa Francesco. Fr. Francesco Dileo
La lettera del Ministro della religiosa provincia "Sant'Angelo e Padre Pio" Provinciale fr. Francesco Dileo in morte di Papa...